Parità di genere nella politica africana: sfide e progressi - Nigrizia
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Secondo un sondaggio di Afrobarometer, il 75% degli africani ritiene che le donne dovrebbero avere le stesse possibilità di essere elette in politica rispetto agli uomini
Parità di genere nella politica africana: sfide e progressi
Negli ultimi anni si è registrata una forte crescita della rappresentanza femminile nei diversi governi africani. Un passo avanti, che tuttavia non significa automaticamente un miglioramento delle condizioni di vita delle donne.
20 Dicembre 2023
Articolo di Arianna Baldi
Tempo di lettura 4 minuti

L’uguaglianza di genere in Africa è un orizzonte fatto di sfide, progressi lenti e ambizioni in evoluzione. Ma nonostante da fuori ci si possa sentire scettici, il nuovo sondaggio di Afrobarometer dà ottimi segnali sulla sensibilità africana in merito. 

L’indagine è stata condotta tra la fine del 2021 e la metà del 2023. I risultati evidenziano una sostanziale adesione agli obiettivi di parità di genere da parte della maggioranza degli africani.

Persistono, certo, divari significativi. E non mancano i dati drammatici, come quelli relativi alla violenza, ancora percepita come il più grave problema che affligge le donne africane e considerata un fenomeno comune da almeno 4 partecipanti su 10. 

Donne in politica 

Particolarmente interessanti e significativi sono i dati che riguardano la partecipazione politica: una netta maggioranza, composta dal 75% delle persone, ritiene che le donne dovrebbero avere le stesse possibilità di essere elette. La percentuale varia molto da stato a stato: in 14 paesi, come Seychelles, Capo Verde, ma anche Kenya, Uganda e Malawi, supera l’80%. E soltanto in un paese, tra i 39 consultati, scende al di sotto del 50%, ovvero il Sudan. 

Non manca tuttavia il timore delle conseguenze negative: il rischio di pressioni sociali, molestie e ripercussioni familiari viene tuttora percepito come molto alto e soprattutto il primo rischio è condiviso da più della metà delle persone interpellate. 

Non sono aspetti da sottovalutare. Perché se è vero che a livello legislativo gli strumenti non mancano, è nella pratica che i risultati vacillano. Nel 2003, 44 stati africani hanno siglato il Protocollo di Maputo per salvaguardare i diritti delle donne. L’Agenda dell’Unione Africana puntata a raggiungere la totale parità di genere entro il 2063. 

Eppure è un dato di fatto che nel 2021, per esempio, la rappresentanza femminile nei diversi parlamenti africani era pari in media solo al 24%, con un picco del 60% in Rwanda, leader mondiale sotto questo punto di vista. Altri paesi africani con alte percentuali di donne parlamentari includono la Namibia (46,2%), Sudafrica (42,7%) e Senegal (41,8%, passato al 44% nel 2022). 

Il Senegal in particolare è un caso interessante, che ricorda quante diverse sfaccettature può avere la lotta per la parità di genere. Nonostante quasi metà dei seggi in parlamento sia in mano alle donne, è al tempo stesso tra i paesi sopra la media per la diffusione della violenza di genere e la sua tolleranza. Sempre secondo un sondaggio precedente dì Afrobarometer, il 35% dei senegalesi (contro una media continentale del 31%) ritiene che il marito è talvolta autorizzato a ricorrere alla violenza fisica a scopo “correttivo”. 

Tornando ai dati in parlamento, a parte i casi sopracitati, i numeri sono ancora, in realtà, tendenzialmente molto bassi. Secondo le Nazioni Unite nel 2021 il fanalino di coda era, un po’ a sorpresa, la Nigeria, che contava un misero 6%. C’è da dire che per quanto bassa, la rappresentanza delle donne in parlamento e nelle sedi governative in generale è comunque significativamente cresciuta negli ultimi anni. Per le cariche ministeriali, è di nuovo il Rwanda il paese trainante, con il 51,9% delle posizioni ricoperte da donne. L’Etiopia è il paese che ha visto l’aumento più rapido, dal 10% delle donne ministro nel 2017 al 47,6% nel 2019. Chiude la lista questa volta il Marocco, con il 5,8%. 

Da segnalare anche quali sono i ministeri a loro assegnati: un tempo, le donne venivano scelte per ambiti considerati, stando agli stereotipi di genere, a loro più idonei, come il ministero della famiglia o delle politiche sociali. Ora, invece, è cresciuta la presenza femminile in aree come il ministero della difesa o delle finanze. 

L’istruzione 

L’accesso all’istruzione rimane un punto cruciale: sebbene si osservi un progresso, Afrobarometer rileva che i tassi di non frequenza scolastica per le ragazze restano alti, se paragonati ai dati maschili. Il 20% delle donne dichiara di non aver ricevuto nessuna istruzione ufficiale, contro il 16%. Mentre sono 35% le donne che hanno concluso gli studi secondari, contro il 39% degli uomini. Questo fenomeno è influenzato da molteplici fattori, tra cui matrimoni precoci e violenza di genere, sfide che persistono nonostante gli sforzi delle istituzioni internazionali e locali. 

I dati economici e giuridici, come illustrato dall’indice Women, Business and the Law della Banca Mondiale, sottolineano che l’uguaglianza economica e giuridica è ancora un obiettivo lontano. 

Sfide e ottimismo non mancano 
Nonostante queste sfide, c’è una nota di ottimismo. La maggioranza degli africani riconosce l’impegno dei propri governi verso la parità di genere, pur affermando la necessità di ulteriori azioni. Questo sostegno riflette una consapevolezza crescente e una richiesta di cambiamento tangibile.

L’Agenda 2063 dell’Unione Africana e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite delineano un quadro ambizioso per un continente che cerca una parità di genere radicata e reale entro i prossimi decenni.

 

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