Senegal: parlamento sempre più rosa - Nigrizia
Politica e Società Senegal
Si apre la XIV legislatura
Senegal: parlamento sempre più rosa
Sono 73 le deputate e 92 i deputati. Il 44% degli eletti è donna: il 2% in più rispetto alla passata legislatura. La sociologa: «Ma il peso specifico delle deputate è basso»
03 Ottobre 2022
Articolo di Lucia Michelini (da Dakar)
Tempo di lettura 3 minuti
Parlamento senegalese

In seguito alle elezioni legislative del 31 luglio, il Senegal ha ora la più alta percentuale di donne parlamentari mai raggiunta in Africa occidentale, con 73 deputate su 165 scranni parlamentari. Ciò significa che il 44% dei seggi della nuova legislatura (+ 2% rispetto alla precedente assemblea parlamentare) è occupato da donne, la percentuale più alta di qualsiasi altro paese della regione. Per avere un termine di confronto, in Mali la percentuale è pari al 27%, mentre in Italia al 34%.

L’insediamento dei 165 deputati e deputate della XIV legislatura senegalese è avvenuta il 12 settembre. Il nuovo presidente dell’Assemblea nazionale senegalese, Amadou Mame Diop, è stato eletto la sera dello stesso giorno. L’assemblea nazionale, che corrisponde al parlamento, è monocamerale ed è eletta a suffragio universale diretto per un mandato di 5 anni.

Secondo l’Unione interparlamentare di Ginevra, il Senegal è al 4° posto in Africa e al 18° nel mondo per la parità di genere in parlamento, davanti a Svizzera, Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti. Come detto, si tratta della più alta percentuale di donne parlamentari mai registrata in Africa occidentale e alla base di questo valore c’è una legge del 2010 che richiede la parità assoluta tra i sessi in tutte le istituzioni elettive.

Ma la presenza di 73 deputate può veramente gettare le basi per un cambiamento in un paese definito da modi di vivere ancora molto patriarcali?

Cambiare il Codice della famiglia

S. Ba è una sociologa senegalese e lavora nell’ambito della cooperazione internazionale: «La parità dei sessi in sede politica non è stata ancora raggiunta, parliamo del 44% di rappresentanza femminile e non del 50%. Inoltre non dimentichiamo che i capi partito sono uomini, quindi è ovvio che le parlamentari donne prima di avanzare qualsiasi proposta o voto si consulteranno con loro. Temo che le deputate agiranno in conformità con le decisioni dei leader politici senza mettersi troppo in contraddizione con loro».

E aggiunge: «Onestamente non nutro grandi speranze nei confronti della composizione di questa assemblea nazionale, non credo che cambierà granché sulla condizione delle donne senegalesi. È vero che l’Assemblea nazionale è ancora in fase di definizione e che le Commissioni si stanno ancora formando, ma non vedo grandi cambiamenti rispetto ai numeri della precedente assemblea nazionale dove la percentuale di donne era pari al 42%. Due punti percentuali come possono fare la differenza?».

Secondo la sociologa, che assieme ad altre donne senegalesi sta cercando di gettare le basi per formare un collettivo femminista, le vere questioni urgenti che il parlamento dovrebbe affrontare riguardano due aspetti principali: la legalizzazione dell’aborto terapeutico in caso di violenza sessuale e una radicale revisione del Codice della famiglia.

«Le nuove deputate dovrebbero veramente impegnarsi su questi due temi. Non si può imporre la gravidanza e le conseguenze di uno stupro a una donna», spiega S. Ba. «Una seconda cosa sulla quale spero che le neo-deputate lavoreranno è l’attualizzazione del Codice della famiglia, che risale al 1972. L’attuale Codice da troppi poteri al padre, cosa che è fonte di numerose discriminazioni».

«Nelle famiglie senegalesi – prosegue – è la madre che sta più tempo con i bambini, quindi deve avere pari diritti del padre nei confronti dei figli. Le responsabilità genitoriali devono essere uguali. Se il nuovo parlamento riuscisse ad abbordare queste due tematiche, già ci sarebbero molte implicazioni positive per la vita delle donne».

Conclude la sociologa senegalese: «Se potessi lanciare un messaggio alle deputate della nuova assemblea nazionale, direi loro di battersi il più possibile per armonizzare il Codice della famiglia con le altre disposizioni internazionale e regionali, come la Carta africana dei diritti e del benessere del bambino che il Senegal ha rettificato nel 1998, ed aggiornare le leggi che tutelano le donne e i nostri figli».

 

Copyright © Nigrizia - Per la riproduzione integrale o parziale di questo articolo contattare previamente la redazione: redazione@nigrizia.it