Funzionari delle commissioni in piazza: "con il decreto Cutro impossibile garantire il diritto di asilo"
Migrazioni Pace e Diritti
I funzionari delle commissioni territoriali per l’asilo in piazza a Roma
“Con il decreto Cutro impossibile garantire i diritti dei richiedenti”
Sono arrivati da tutta Italia nella capitale aderendo allo sciopero generale. Denunciano condizioni di lavoro insostenibili, mancato riconoscimento delle loro professionalità e un forte sottodimensionamento rispetto alla mole di richieste da esaminare
17 Novembre 2023
Articolo di Giulia Beatrice Filpi (da Roma)
Tempo di lettura 3 minuti
(Credit: Giulia Beatrice Flipi)

Sono giovani che hanno studiato materie come diritto internazionale, storia dei Paesi dell’Asia e dell’Africa, scienze politiche.

Il loro mestiere li porta ogni giorno a confrontarsi con esperienze di sofferenza e privazione: in duecento hanno la responsabilità di valutare, per il ministero dell’interno, le 85mila richieste d’asilo ancora da esaminare in Italia.

Si definiscono funzionari altamente qualificati in protezione internazionale e hanno la responsabilità di intervistare tutti i richiedenti asilo e di stabilire se ogni singola domanda può essere accolta o meno. 

Oggi, i funzionari delle commissioni territoriali per l’asilo hanno aderito allo sciopero generale e sono arrivati a Roma da tutto il Paese, per chiedere il riconoscimento della loro professionalità e migliori condizioni di lavoro.

Nel loro settore, denunciano, il decreto Cutro dà infatti chiare indicazioni di disinvestimento.

«Fare tre audizioni al giorno è devastante, arrivi all’ultima stanca e senza la giusta concentrazione» spiegano a Nigrizia alcune lavoratrici che preferiscono restare anonime, commentando la richiesta di accelerazione delle procedure. «Inoltre facciamo un’attività che possiamo definire para-giurisdizionale, ma non siamo distinti da un funzionario amministrativo normale».

«Siamo qui non solo per i nostri diritti, ma anche perché abbiamo a cuore la situazione dei richiedenti» spiega un altro manifestante.

(Credit: Giulia Beatrice Flipi)

Alla protesta, indetta da Fp Cgil, hanno aderito anche Arci, Cnca, ActionAid e associazione Senza Confini, mentre la Uil ha espresso solidarietà.

«Il primo problema è quello di un corretto inquadramento per questo personale – ci spiega Florindo Oliverio, segretario Cgil funzione pubblica – sono stati assunti in 450 e oggi sono solo 200, e per effetto dei diversi governi la loro attività professionale è stata sempre meno valorizzata. Addirittura, il decreto Cutro ha stabilito che possano assolvere le loro mansioni anche funzionari amministrativi comuni».

«Il problema – prosegue – è anche di carico di lavoro eccessivo, le audizioni non possono essere compresse in poche battute. In più, con il decreto è stata assegnata anche un’attività finalizzata all’espulsione, che non è assolutamente il compito di questi funzionari».

Inoltre, fa notare un altro manifestante, in Europa l’Italia è il Paese con la più lunga lista di “nazioni sicure” per i respingimenti, tra cui paesi come la Nigeria, che ha alcune zone interessate da vaste aree di conflitto e altre relativamente sicure.   

(Credit: Giulia Beatrice Flipi)

«I rischi sono quelli che le domande di protezione internazionale, presentate da centinaia di migliaia di persone, vengano studiate da persone che non sono competenti e quindi che il sistema asilo nel suo complesso funzioni male» aggiunge Marco Benvenuti, docente ordinario di istituzioni di diritto pubblico, che ha fatto parte della commissione di concorso.

«Avevamo 54mila domande e sono state selezionate poche centinaia di funzionari esperti» aggiunge. «Credo che tutte le italiane e tutti gli italiani abbiano interesse affinché questo sistema funzioni bene», conclude Benvenuti.

 

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