La scuola è terreno di conquista dell’ideologia della guerra - Nigrizia
Alex Zanotelli Conflitti e Terrorismo Politica e Società
Fermoposta / Giugno 2023
La scuola è terreno di conquista dell’ideologia della guerra
Forze armate e produttori di armi come Leonardo Spa si stanno sempre più insinuando nei percorsi formativi. Lo rileva un osservatorio di Pax Christi contro la militarizzazione della scuola
01 Giugno 2023
Articolo di Alex Zanotelli
Tempo di lettura 4 minuti
Drone 'Phoenix' nella base Nato di Sigonella (Credit: NATO / OR7 Pia Dunkel, German Army/ Wikimedia Commons)

Questo articolo è uscito sulla rivista Nigrizia di giugno 2023.

Caro padre Alex,
sono un docente di religione in una scuola superiore. Ti scrivo come educatore, ma soprattutto come cattolico, in merito alla questione dell’alternanza scuola lavoro (ora Pcto), che sta sempre più prendendo una piega militare. Miei alunni hanno prestato servizio come catering all’interno di una base Nato. Mi è stato risposto che così è stato deciso nel consiglio d’istituto, competente in materia. Neanche i sindacati confederali mi hanno dato una mano. Tutto questo stride con il fatto che l’istituto dove insegno è da tanti anni Punto Pace del Sermig di Torino; con i 60 anni dell’enciclica ‘Pacem in Terris’ di papa Giovanni XXIII, in cui la guerra era stata definita «roba da matti»; con i 30 anni dalla morte di don Tonino Bello che denunciò l’immorale commercio delle armi; con la ricorrenza dei 100 anni dalla nascita di don Lorenzo Milani; con il vituperato articolo 11 della nostra Costituzione (“L’Italia ripudia la guerra”). A contrastare questa deriva, basterà il neonato osservatorio contro la militarizzazione della scuola? (Lettera firmata)


La tua domanda/riflessione ci porta ad affrontare un argomento di cui non si parla, cioè di come si muovono le forze armate e i produttori di armamenti verso il mondo della scuola. Quello che percepisco ogni giorno è che stiamo respirando aria di guerra e questo clima ha una influenza anche sulla scuola.

Cosa succedendo? Succede che la scuola, che nulla dovrebbe aver a che fare con l’esercito, sta sempre più diventando terreno di conquista dell’ideologia della guerra e del controllo securitario, attraverso gli interventi in ambito scolastico di vari soggetti delle forze armate. Sta avvenendo una penetrazione delle forze armate nelle scuole ed è un fenomeno che non può lasciarci indifferenti.

Una conquista che si è sviluppata in tre tappe. La prima tappa si è manifestata nel 2005 quando, con la sospensione del servizio militare obbligatorio, è emersa la necessità di reclutare soldati per il nuovo esercito di professionisti. E le scuole sono diventate obiettivi di reclutamento. Al sud è un meccanismo evidente perché c’è più bisogno di lavoro e l’esercito si fa avanti con le sue proposte.

Il secondo passaggio è avvenuto tra il 2015 e il 2018: con la scusa del centenario della Prima guerra mondiale, si sono moltiplicate le iniziative nelle scuole delle forze armate e dei venditori d’armi. Che hanno avuto modo di familiarizzare ulteriormente con i giovani in formazione.

La terza tappa dell’occupazione militare della scuola è di questi anni più recenti con l’arrivo dei cosiddetti Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (Pcto). Questi percorsi di orientamento si sono fatti notare soprattutto al Sud. In Sicilia, ad esempio, è stato firmato nel 2019 un protocollo d’intesa fra il Comando militare dell’esercito e l’Ufficio scolastico regionale per consentire a un centinaio di studenti di sperimentare per qualche settimana un’attività lavorativa non retribuita in alcune caserme della Brigata meccanizzata “Aosta”.

Nell’arco di meno di vent’anni, l’esercito è riuscito a insinuarsi nella scuola e oggi lo possiamo definire molto presente nel delicato terreno dell’educazione. Una situazione che lascia attoniti. Siamo arrivati al punto che, nel 2021, Leonardo Spa, il più grande produttore ed esportatore di armi in Italia, attraverso la sua fondazione Med-Or (Mediterraneo-Oriente) sciorina questo programma: “Promuovere attività culturali, di ricerca e formazione scientifica nel Mediterraneo fino al Sahel. Fanno parte di Med-Or docenti e una quindicina di rettori delle maggiori università italiane”. E alla presidenza di Med-Or c’è Marco Minniti, politico un tempo del Pd e già ministro dell’interno tra il 1996 e il 1998 nel governo Gentiloni.

Il pericolo ulteriore è che tutto questo attivismo delle forze armate e dei produttori d’armi possa trovare spazio anche all’interno della stessa Chiesa cattolica…

Chi sta reagendo davanti a questa conquista? In campo cattolico, Mosaico di pace, rivista di Pax Christi, ha creato un osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e ho messo anch’io la mia firma. Non so se basterà: è un tentativo di forzare l’opinione pubblica a prendere seriamente in mano questa faccenda che diventa ogni giorno sempre più grave.

 

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