Sudafrica: scagionati 14 immigrati accusati di stupri di gruppo
Migrazioni Pace e Diritti Sudafrica
Protestano le organizzazioni per i diritti delle donne
Sudafrica: scagionati 14 immigrati accusati di stupri di gruppo
28 Ottobre 2022
Articolo di Redazione
Tempo di lettura 3 minuti
Sit-in di attivisti dell'Anc, il partito di governo, davanti alla sede del magistrato di Krugersdorp (Credit: Natascia Pretorius)

Ѐ tornata a montare la rabbia dopo che ieri la magistratura sudafricana (National Prosecuting Authority – Npa), ha fatto cadere le accuse di stupro e rapina nei confronti di 14 uomini, ritenuti responsabili di aver aggredito, derubato e violentato in gruppo, lo scorso 28 luglio, almeno otto donne, modelle di una troupe cinematografica che stava girando un video musicale in una miniera abbandonata vicina alla township di West Village a Krugersdorp, a ovest di Johannesburg.

I funzionari dell’Npa hanno scagionato i 14 immigrati, presunti minatori illegali, affermando che i risultati degli esami del Dna non possono collegare nessuno degli uomini agli stupri e che quindi ci sono prove sufficienti per procedere con l’accusa. Per loro si procederà invece per le accuse di immigrazione clandestina, poiché si sospetta che si trovino illegalmente in Sudafrica.

Subito dopo il verdetto è scoppiata la protesta delle organizzazioni per i diritti delle donne, «indignate» per il fatto che i colpevoli siano ancora a piede libero. Di qui la richiesta alla polizia di rilanciare rapidamente le indagini per trovare i responsabili.

A luglio, la notizia degli stupri di gruppo compiuti da uomini pesantemente armati, aveva scosso il paese e infiammato le tensioni, già acuite nei confronti degli immigrati e dell’insicurezza. La popolazione delle township incolpa gli zama zamas (termine colloquiale per i minatori illegali che scavano l’oro in pozzi in disuso) per l’aumento della criminalità locale.

In seguito all’aggressione si erano scatenate violente proteste nelle baraccopoli intorno a Krugersdorp, con aggressioni nei confronti dei minatori informali che lavoravano nei pozzi minerari abbandonati e dei migranti privi di documenti. I manifestanti erano scesi nelle miniere, bloccando i buchi che i minatori usavano per scendere sottoterra, denudandoli, picchiandoli e bruciando le loro tende improvvisate e le loro cose.

Per disperdere la folla inferocita che li inseguiva con machete e mazze da golf, la polizia era intervenuta con granate assordanti e proiettili di gomma. E aveva poi arrestato più di 80 persone, 66 delle quali sono state in seguito rilasciate. Il ministro della polizia, Bheki Cele, aveva allora definito gli stupri di gruppo la «vergogna della nazione».

Il Sudafrica ha uno dei tassi di stupro più alti al mondo, ma con un basso numero di condanne penali.

Le organizzazioni per i diritti umani e delle donne chiedono da tempo alle autorità di fare di più per affrontare la violenza di genere. Il ritiro delle accuse contro i 14 minatori è dunque percepito come l’ennesimo fallimento nell’assicurare giustizia alle vittime di aggressioni sessuali. Che si aggiunge al cinismo esistente nei confronti della polizia e dei tribunali, nella gestione dei casi di violenza contro le donne.

Copyright © Nigrizia - Per la riproduzione integrale o parziale di questo articolo contattare previamente la redazione: redazione@nigrizia.it