La trappola del debito soffoca la crescita globale - Nigrizia
Economia Nazioni Unite
Per i paesi africani costi di indebitamento otto volte superiori rispetto alle economie europee
La trappola del debito soffoca la crescita globale
13 Luglio 2023
Articolo di Redazione
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Nel 2022 il debito pubblico globale ha raggiunto la cifra record di 92 trilioni di dollari, il 30% dei quali pesa sulle economie di paesi in via di sviluppo.

Una «quantità sproporzionata», ha evidenziato il segretario generale delle Nazioni Unite, commentando i dati del nuovo rapporto del Global Crisis Response Group, intitolato A World of Debt. A growing burden to global prosperity (Un mondo di debito. Un onere crescente per la prosperità globale), pubblicato alla vigilia del G20 dei ministri delle finanze e dei governatori di banche centrali, in programma dal 14 al 18 luglio a Gandhinagar (India).

In totale, 52 paesi – quasi il 40% del Sud globale – sono in «gravi problemi di debito», ha affermato Antonio Guterres, sostenendo la necessità di interventi urgenti e consistenti per una riduzione del denaro dovuto ai creditori, ma anche di una revisione dell’attuale sistema finanziario.

Il debito interno ed estero in tutto il mondo è aumentato di oltre cinque volte negli ultimi 20 anni, superando il tasso di crescita economica, con il prodotto interno lordo che negli ultimi due decenni è solo triplicato.

Guterres ha evidenziato le ripercussioni sociali di questo sistema, con 3,3 miliardi di persone che soffrono della necessità dei loro governi di dare la priorità al pagamento degli interessi sul debito rispetto a “investimenti essenziali” come istruzione e salute.

Ma ha anche puntato il dito contro l’attuale sistema finanziario globale, definito un «fallimento sistemico» e «obsoleto».

«Quel sistema – ha dichiarato – non ha adempiuto al suo mandato di rete di sicurezza per aiutare tutti i paesi a gestire l’odierna cascata di shock imprevisti: la pandemia, l’impatto devastante della crisi climatica e l’invasione russa dell’Ucraìna».

Anzi, da importante strumento finanziario, il debito è diventato «una trappola che genera semplicemente altro debito», ha rimarcato Guterres.

In effetti, il rapporto sottolinea che i paesi in via di sviluppo sono altamente esposti a shock esterni proprio perché devono pagare il rimborso del debito in valute estere.

Il rapporto evidenzia che il sistema finanziario internazionale ha reso inadeguato e costoso l’accesso ai finanziamenti per questi paesi, 50 dei quali sono alle prese con interessi sul debito che superano il 10% delle loro entrate.

Una situazione che grava in particolare sui paesi africani, per i quali in media i costi di indebitamento sono quattro volte superiori rispetto agli Stati Uniti e otto volte superiori rispetto alle economie europee più ricche.

“In Africa (il cui debito estero complessivo ammonta a 1,13 trilioni di dollari, ndr), l’importo speso per il pagamento degli interessi è superiore alla spesa per l’istruzione o la sanità”, rileva il rapporto.

I creditori privati, come gli obbligazionisti e le banche, detengono il 62% del debito pubblico estero totale dei paesi in via di sviluppo. E la Cina è tra i maggiori prestatori di denaro.

Nel continente, questa partecipazione dei creditori è cresciuta dal 30% nel 2010 al 44% nel 2021, mentre l’America Latina ha la più alta percentuale di creditori privati che detengono debito pubblico estero (74%).

Citando l’agenda di Bridgetown e il recente vertice per un nuovo patto finanziario globale a Parigi, Guterres ha ricordato «altre importanti proposte» sulla riduzione del debito e ha espresso la speranza che il prossimo G20 a settembre porti avanti alcune di queste idee.

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