Il 9% del Pil è lavoro dei migranti - Nigrizia
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Fondazione Moressa / Rapporto annuale su economia dell’emigrazione
Il 9% del Pil è lavoro dei migranti
20 Ottobre 2023
Articolo di Redazione
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Fondazione Moressa ieri mattina ha presentato al Viminale e alla Camera dei deputati il suo rapporto sull’economia dell’emigrazione. Una fotografia che restituisce il contributo della popolazione straniera residente nel nostro paese: sono 2,4 milioni le persone migranti che lavorano in maniera regolare in Italia, producendo il 9% del Pil, pari a 154 miliardi di euro.

Una forza lavoro importante, che, secondo quanto previsto dal governo, crescerà nei prossimi anni, visto che sono attesi altri 574 mila ingressi tra il 2023 e il 2026. Numeri che, racconta il report, non riusciranno comunque a rispondere al fabbisogno di manodopera del nostro paese, fabbisogno che rimane alto a causa di crisi demografica e del gap di competenze.

Nonostante gli allarmi sugli sbarchi e le invasioni, la popolazione straniera residente in Italia è stabile da tempo, ferma a poco più di 5 milioni di persone, parti all’8,6% del totale. Una popolazione giovane, la cui età media è di 35,3 anni (contro i 46,9 delle persone italiane).

Sono 2,3 milioni le persone che lavorano in regola, oltre il 10% del totale della forza lavoro italiana. E, come detto, creano in media il 9% del Pil, una media che sale in alcuni settori dove il contributo di manodopera è maggiore, ad esempio in agricoltura ed edilizia dove sale al 14%.

Dopo il Covid, il tasso di occupazione delle persone di origine straniera torna a crescere (60,6%) e a superare quello delle italiane (60,1%), anche se ancora rimane sotto i livelli del periodo pre-pandemia.

La maggior parte si concentra nei lavori manuali. Il che vuol dire che il nostro paese continua ad attrarre per lo più manodopera non qualificata, manuale e spesso stagionale. Con, in più, uno spreco di competenze se si va a guardare il livello di istruzione.

Nella bilancia del dare avere, l’Italia guadagna. Rimane infatti positivo il saldo tra il gettito fiscale e contributivo (entrate pari a 29,2 miliardi) e la spesa pubblica per i servizi di welfare (uscite sono 27,4 miliardi), con +1,8 miliardi di euro in attivo.

Le persone di origine straniera, per lo più in età giovane e lavorativa, hanno infatti un basso impatto su quelle che sono le principali voci di spesa pubblica in questo paese sempre più vecchio: sanità e pensioni.

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