Africa: dove colpisce la criminalità organizzata? - Nigrizia
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Secondo l'Global Organized Crime Index 2023 è un fenomeno che agisce sempre più dall'interno, intrecciato agli organi di potere
Africa: dove colpisce la criminalità organizzata?
Il crimine più incisivo è la tratta di esseri umani. L'Africa orientale è la regione più difficile, mentre Rd Congo, Nigeria e Sudafrica si attestano tra i 10 paesi peggiori a livello globale
27 Settembre 2023
Articolo di Arianna Baldi
Tempo di lettura 5 minuti
Credit: Institute for Security Studies

“Italiani mafia” è forse una delle frasi che gli italiani all’estero sentono ripetere più spesso. Nell’immaginario occidentale, la mafia made in Italy, diventata quasi un cult anche grazie all’industria cinematografica, è ancora un’associazione spontanea quando si parla di criminalità organizzata. 

La realtà però è molto distante dal pensiero comune e ce ne parla l’ultimo report pubblicato dal Global Organized Crime Index, dove viene offerto un ritratto dettagliato dei diversi fronti di azione del crimine organizzato e dei singoli fattori di influenza, continente per continente. 

Guardando al quadro generale, l’Africa presenta ampi contrasti sotto questo profilo. A partire da una notizia positiva e cioè che è il continente dove la criminalità organizzata è cresciuta di meno nell’ultimo anno, nonostante il livello continui a rimanere molto elevato. Tra i primi 10 paesi al mondo per la presenza di criminalità organizzata, infatti, tre sono africani e occupano il quinto, il sesto e il settimo posto: sono, rispettivamente, Repubblica democratica del Congo, Nigeria e Sudafrica. 

In aumento il coinvolgimento degli organi dello stato 

A muovere le fila dei crimini che più incidono a livello globale non sono né bande violente né quello che lo stesso report definisce come “realtà criminali mafia-style”. No, l’elemento più pervasivo riguarda sempre di più attori che agiscono dall’interno degli organi statali, gruppi organizzati integrati nelle economie legali. Un elemento, questo, peggiorato significativamente nell’ultimo anno.

Benché ci siano ampie variazioni da paese a paese, Libia, Eritrea, Repubblica Centrafricana e Rd Congo presentano le situazioni più gravi, mentre Cabo Verde, Senegal, Etiopia e Namibia si distinguono per un aumento della lotta contro il legame tra stato e criminalità. Il coinvolgimento statale o interno alle dinamiche governative non riguarda solo gli autoctoni, ma si tratta spesso anzi di presenze straniere.

E nel caso dell’Africa, spunta un nome tra tutti: Wagner. 

Il gruppo paramilitare russo è considerato uno dei principali attori esteri ad essere infilati a livello istituzionale nel continente e ad agire, al tempo stesso, nel mondo del contrabbando, soprattutto per quello che riguarda lo sfruttamento illegale di fonti minerarie.

Tratta di esseri umani: il crimine più incisivo nel continente 

A livello regionale, la situazione più complessa e drammatica si registra nell’Africa orientale, che fa parte delle cinque regioni al mondo più colpite in assoluto dal crimine organizzato, ed è quella dove l’intervento di attori stranieri ha il maggior peso, dopo il sudest asiatico. Sconvolta da anni di instabilità, terrorismo e guerre civili, la regione è ormai un focolaio di diverse forme di criminalità che trovano un terreno sempre più permeabile al suo sviluppo. A interessarla di più, la tratta e il traffico di esseri umani e il traffico illecito di armi. 

Può forse sorprendere, visto che quando si parla di organizzazioni criminali il pensiero va spesso ai traffici di sostanze stupefacenti, ma è proprio la tratta di esseri umani il crimine più incisivo al mondo, sebbene nel 2023 sia stata leggermente superata dai crimini finanziari. Un sorpasso che non è però avvenuto in Africa, dove rimane il principale ricettacolo di criminalità organizzata, con un picco particolare in Eritrea e Sud Sudan.

Quest’ultimo si distingue purtroppo per presentare il panorama più diversificato nell’ambito della tratta: lavoro forzato, schiavitù domestica, sfruttamento sessuale sono solo alcuni degli esiti di questo “mercato”. Il problema principale nel paese colpisce però i bambini, che continuano a essere reclutati come soldati, con migliaia di minori coinvolti in ruoli di combattimento, impiegati nell’edilizia, nell’estrazione mineraria e nell’agricoltura, dove sono soggetti a situazioni di sfruttamento.

Per ciò che riguarda invece il traffico di esseri umani, il primato va, come si può immaginare, al Nordafrica, con un forte coinvolgimento anche degli attori statali. Sempre in Nordafrica, tra le altre cose, è stata registrata anche un’impennata dei crimini finanziari. 

Conflitti e autoritarismo peggiorano il crimine organizzato 

Due fattori risultano essere incisivi nello sviluppo e nel rafforzamento della criminalità organizzata: la presenza di conflitti e il tipo di governo.

L’indice sottolinea come la presenza di guerre e conflitti armati incida notevolmente nell’aumento della criminalità di un paese e lo si vede soprattutto in Etiopia, in Nigeria, nella Repubblica Centrafricana e in Somalia.

E’ stato poi rilevato che gli stati democratici sono in grado di fornire una risposta più soddisfacente a questo problema, mentre più un regime è autoritario più la presa della criminalità organizzata tende a essere forte. Lo stato di salute precario della democrazia in Africa non contribuisce quindi positivamente al migliorare della situazione. Un esempio positivo però, sotto questo punto di vista, sono le Maurizio, il Ghana e il Botswana. 

Resilienza: alti e bassi

Per quello che riguarda la resilienza di fronte alla criminalità organizzata, l’Africa è complessivamente migliorata e sono più alti anche i punteggi che riguardano l’incisività della società civile in questo processo, in controtendenza con i risultati globali. 

Sono dodici i paesi del mondo considerati sia ad alta criminalità che ad alta resilienza e tre di questi sono africani, ovvero Sudafrica, Nigeria e Senegal. Tuttavia, nell’ultimo anno, in Sudafrica entrambi gli indici sono peggiorati.

Il paese rappresenta un “innegabile stato di criminalità anomalo” nel quadro dell’Africa meridionale, con un aggravarsi continuo da più di un decennio e una continua erosione dall’interno degli organi statali a causa soprattutto della corruzione, con reti criminali gravemente interconnesse. 

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