Africani in Italia: troppi anche se non si sa esattamente quanti
Migrazioni Politica e Società
Giornata per l’eliminazione delle discriminazioni razziali: il report di Amref su “L’Africa in Italia”
Africani: troppi anche se non si sa esattamente quanti
21 Marzo 2024
Articolo di Redazione
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Campagna Amref contro gli stereotipi (Credit: Amref)

Solo una persona italiana su 10 ha la percezione corretta di quante siano le persone africane residenti in Italia oggi. 7 su 10 riconoscono che la gente di origine africana è soggetta a episodi di razzismo e discriminazione molto spesso (per il 22%) o abbastanza spesso (per il 48%).

A dirlo è Amref che ha commissionato a Ipsos un’indagine e che pubblica per la prima volta il capitolo L’Africa in Italia, parte di una pubblicazione molto più ampia dal titolo Africa e Salute: l’opinione degli italiani.

Un lavoro che viene reso noto oggi, 21 marzo, Giornata internazionale per l’eliminazione delle discriminazioni razziali, una data con cui si ricorda quel che accadde a Sharpeville, in Sudafrica, nel 1960, in piena apartheid: la polizia aprì il fuoco su un gruppo di dimostranti neri uccidendone 69 e ferendone 180.

Una presenza, quella africana, sottostimata dal 71% del campione sentito, sovrastimata dal 18%. A prescindere da quanti siano, cioè dalla conoscenza del numero esatto, per il 53% delle persone intervistate le cittadine e i cittadini africani che risiedono in Italia sono comunque troppi. E, per un 53%, comunque poco o nulla integrati nel nostro paese.

A precludere l’integrazione per il 41% è il fatto che siano visti esclusivamente come manodopera a basso costo; per il 31% che non abbiano voglia di accettare i nostri usi e costumi e per il 30% che sia il paese a non avere dei programmi adeguati che permettano questa integrazione. C’è poi un 16% che sottolinea come l’integrazione sia difficile perché le persone italiane sono razziste.

L’indagine poi si sofferma sulla discussa tematica della cittadinanza italiana. La legge che la concede piace al 64% di coloro che partecipano al sondaggio. Un 75% è per la concessione della cittadinanza a chi nasce in Italia o vi arriva entro i 12 anni, frequentando la scuola per almeno 5 anni, il famoso ius scholae o ius culturae bloccato da tempo in parlamento.

Sta di fatto che, ancora oggi, più di 3 italiani su 4 (77%) associano il continente africano alla parola “povertà”, poco più di 1 su 2 a “migrazione” (56%) e “malattie” (51%). Il 53% delle persone italiane è convinto che per “sostenere i paesi africani occorrono nuove strategie studiate accuratamente e condivise da tutta l’Europa e dall’Africa”.

La maggior parte (55%) è convinta che dare più soldi non sia “sufficiente per ridurre la povertà dei paesi africani, bisogna lavorare per uno sviluppo sostenibile sia sul piano economico che sociale e ambientale condiviso con i paesi africani stessi”. Perché, “al contrario di ciò che si pensa, l’Africa non è un continente povero. È un continente ricco di risorse che vengono sfruttate male ma che potrebbero farlo prosperare se utilizzate meglio”.

Report-risultati-Ipsos-report-Amref-2023_pres-26-ottobre

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