In Angola vertice della SADC fra le contestazioni della società civile
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Il presidente João Lourenço assume la guida annuale della Comunità di sviluppo dell’Africa meridionale
In Angola vertice della SADC contestato dalla società civile
Nei tre giorni del summit si discutono politiche di industrializzazione definite “sostenibili” e sviluppo della cooperazione internazionale con partner preferenziali. Politiche che non piaciono alle organizzazioni della società civile che hanno organizzato un loro contro-vertice
16 Agosto 2023
Articolo di Luca Bussotti
Tempo di lettura 4 minuti
Capi di Stato e di governo al 42° summit della SADC

Fra il 16 e il 18 agosto la SADC (Southern Africa Development Community) procederà al rituale cambio al vertice della sua presidenza.

Dopo un anno, infatti, il presidente della Repubblica democratica del Congo, Félix Tshisekedi, lascerà il posto all’angolano João Lourenço.

Il vertice avrà luogo proprio a Luanda e sarà il 43º Summit dei capi di Stato e di governo di un’organizzazione che riunisce oggi 16 Stati membri della regione meridionale dell’Africa subsahariana.

L’agenda istituzionale

Il tema principale all’ordine del giorno è Capitale umano e finanziario: i principali promotori dell’industrializzazione sostenibile della regione della SADC.

La riunione dei vertici istituzionali dei 16 Stati è stata preceduta e preparata dal Comitato permanente degli alti funzionari della SADC, che ha concentrato l’agenda su alcuni aspetti centrali della futura presidenza angolana dell’organizzazione.

Fra di essi, una politica di industrializzazione definita come “sostenibile” e lo sviluppo della cooperazione internazionale con partner preferenziali, Unione Europea in primo luogo.

Nel primo caso, molti sono i dubbi. Sono poche le iniziative di “sviluppo sostenibile”, ancora meno a livello industriale, nei paesi della regione.

I membri più influenti, infatti, stanno puntando con decisione a un modello estrattivista di sviluppo, come dimostrano i casi della stessa Angola con petrolio e diamanti, del Mozambico con gas e rubini, e del leader indiscusso, il Sudafrica, la cui economia continua a essere basata su minerali e metalli pesanti per soddisfare le crescenti richieste delle industrie europee.

Uno dei punti centrali della riunione riguarderà i progetti che, in concreto, dovranno essere finanziati nel biennio 2023-2024.

Come Jorge Cardoso, diplomatico angolano e portavoce dell’incontro ha ribadito, in ballo ci sono 129 milioni di dollari, di cui il 33% proveniente da partner internazionali, Unione Europea in primo luogo.

Questi fondi serviranno essenzialmente per finanziare progetti di fattibilità, mentre altri, provenienti dalle Nazioni Unite, andranno a migliorare la situazione della gestione idrica e igienico-sanitaria dei paesi membri, oltre alla mitigazione dell’impatto di eventi naturali estremi che, negli ultimi anni, si stanno ripetendo con sempre maggiore frequenza e gravità.

Il ruolo dell’UE e degli altri partner internazionali

L’Europa rappresenta il partner privilegiato della SADC. L’idea è approfondire e migliorare gli accordi già in atto, in particolare il programma EPA (Economic Partnership Agreement, 2021-2027).

Tale accordo prevede l’accesso preferenziale per vari prodotti europei in alcuni paesi della SADC (sei, per l’esattezza) e viceversa, mentre gli altri paesi membri hanno stabilito clausole simili attraverso altre organizzazioni di appartenenza, fra cui l’ECCAS (Economic Community of Central African States) e l’EAC (Est African Community).

Ciò che occorrerà in particolare analizzare è come il nuovo fondo Global Europe potrà essere attivato a favore della SADC, in sostituzione del Fondo Europeo di Sviluppo, terminato nel 2021.

Oltre alla dimensione europea della cooperazione economica, questo summit ha come punto importante della propria agenda l’approfondimento delle relazioni con gli Stati Uniti e con la Germania.

Con gli Stati Uniti è stato firmato pochi giorni fa (il 3 agosto) un accordo quinquennale di sviluppo, secondo il quale l’agenzia di cooperazione americana (USAID) metterà a disposizione 223 milioni di dollari, per i due asset della Good Governance e dello sviluppo delle imprese locali.

L’agenzia di cooperazione tedesca (GIZ) continuerà invece a concentrare i propri sforzi sul programma CESARE (Cooperation for the Enhancement of SADC Regional Economic Integration), al fine di rafforzare l’integrazione economica regionale e l’industrializzazione.

Società civile: un vertice parallelo

La società civile, però, non ci sta, e ha preparato un vertice, sempre a Luanda, in opposizione a quello istituzionale.

La parola d’ordine sarà Giustizia, partecipazione effettiva e inclusione.

Ambiente, diritti umani, democrazia e partecipazione, politiche di genere e inclusione sono soltanto alcuni dei temi che questo vertice affronterà.

Sono previsti circa 200 partecipanti appartenenti a una cinquantina di organizzazioni provenienti da tutti i 16 Stati membri della SADC, oltre a 500 partecipanti virtuali.

La maggior preoccupazione di questo vertice parallelo si concentra sull’autoritarismo crescente di molti paesi della SADC, verso cui – così auspicano i partecipanti – i mass media dovrebbero dedicare largo spazio, fungendo così da altoparlante anche internazionale.

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