Botswana: storico obiettivo raggiunto nella lotta all’Aids - Nigrizia
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24ª Conferenza internazionale sull'Aids a Montreal
Botswana: storico obiettivo raggiunto nella lotta all’Aids
È il secondo paese al mondo (il primo è eSwatini) ad aver centrato, con anticipo rispetto alla data del 2025, i traguardi richiesti dall’Onu per la diagnosi, il trattamento e la soppressione virale dell'Hiv. Lo afferma uno studio governativo. Nel paese ancora una persona su 5 è affetta dal virus. L’Africa orientale e meridionale sono le regioni più colpite al mondo, con oltre la metà dei casi
28 Luglio 2022
Articolo di Redazione
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Il Botswana è diventato il secondo paese al mondo a raggiungere gli obiettivi fissati dalle Nazioni Unite per sradicare la pandemia di Aids. Il primo è un altro paese africano, lo eSwatini.

Ad annunciarlo il ministero della salute del governo alla vigilia dell’apertura della 24ª Conferenza internazionale sull’Aids, che si apre il 29 luglio a Montreal, in Canada.

Il Botswana, paese dell’Africa meridionale di 2,3 milioni di persone, ha raggiunto gli obiettivi delle Nazioni Unite, i cosiddetti 95/95/95. Cioè, entro il 2025, il 95% delle persone che vivono con l’Hiv deve conoscere il proprio stato della malattia, il 95% delle persone che sanno di essere sieropositive ha accesso alle cure e il 95% di coloro che sono in trattamento devono mostrare segni di soppressione del virus nel sangue.

Risultati stellari

Secondo lo studio governativo il paese ha già raggiunto o superato tutte e tre le soglie, con un punteggio di 95-98-98. Secondo l’Agenzia Onu sull’Aids (l’Unaids), la media globale nel 2020 era di 84-87-90.

«Il Botswana sta compiendo nuovi progressi storici nella lotta contro l’Hiv», ha affermato Sharon Lewin, presidente della International aids society (IAS). Lo studio conclude che il Botswana è «ben posizionato per porre fine alla sua epidemia entro il 2030. In parole povere, si tratta di risultati davvero stellari».

Solo due decenni fa il paese, travolto dalla pandemia, sembrava essere «a rischio di estinzione» a causa dell’alto numero di casi.

Lo studio, che non è stato ancora sottoposto a revisione paritaria o pubblicato su una rivista, si basa su interviste ed esami del sangue di oltre 14mila persone di età compresa tra i 15 e i 64 anni.

Gratis i farmaci antiretrovirali

Per il vicedirettore esecutivo dell’Unaids, Matthew Kavanagh, i rapidi progressi del Botswana possono essere spiegati da diversi fattori, tra cui gli investimenti del governo e la rapida adozione dell’autodiagnosi. Nel 2002, il paese dell’Africa meridionale è stato il primo nel continente a offrire gratuitamente i farmaci antiretrovirali, che aiutano a contenere il virus e a evitare che s’infettino altre persone.

Nel 2019 il Botswana non ha più criminalizzato le relazioni tra persone dello stesso sesso, cosa che, secondo Kavanagh, «ha contribuito a portare sempre più persone in cura».

Secondo l’agenzia l’Unaids, in Botswana circa una persona su cinque è ancora affetta dal virus, uno dei tassi più alti al mondo.

Madisa Mine, il principale autore dello studio e virologo del governo del Botswana, ha dichiarato che i risultati sono incoraggianti. «Abbiamo trasformato una situazione senza speranza in una situazione in cui ora la speranza c’è», ha dichiarato. «Ora sia il governo sia le persone in cura possono sperare che il Botswana diventi un giorno un paese libero dall’Aids», ha aggiunto.

eSwatini, il piccolo regno senza sbocco sul mare, è diventato il primo paese a raggiungere l’obiettivo delle Nazioni unite nel 2020.

Secondo l’Unaids, nel 2021 quasi 40 milioni di persone, tra cui quasi due milioni di bambini, convivevano con l’Hiv e più di 600mila sono morte per malattie legate all’Aids.

L’Africa è ancora l’epicentro della pandemia. Dei quasi 40 milioni di persone con l’Hiv nel 2021, più della metà si trova in Africa. Il continente, soprattutto nel sud e nell’est, è ancora l’epicentro della pandemia: l’anno scorso vi sono stati registrati poco meno di 900mila nuovi contagi. Si tratta certamente di una tendenza al ribasso, ma molto meno marcata di prima.

Queste cifre, tuttavia, nascondono grandi differenze regionali. L’Africa occidentale e centrale stanno registrando notevoli progressi, ad eccezione però, del Congo, che ha registrato uno dei maggiori incrementi del numero di nuovi contagi da allora 2015.

Come ogni anno, l’agenzia delle Nazioni Unite dipinge il ritratto di un’epidemia sempre più discriminatoria, che colpisce soprattutto donne e ragazze. Uno di loro è contaminato ogni due minuti nel mondo. Nell’Africa subsahariana, ad esempio, due terzi delle contaminazioni dello scorso anno hanno riguardato donne o ragazze adolescenti. Una giovane donna ha il doppio delle probabilità di convivere con l’Hiv rispetto a un uomo della stessa età.

 

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