Il BRICS raddoppia e rilancia - Nigrizia
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Concluso in Sudafrica il XV° Summit. Entrano nel gruppo Argentina, Egitto, Etiopia, Emirati Arabi, Iran e Arabia Saudita
Il BRICS raddoppia e rilancia
Forte di un accresciuto interesse internazionale, il gruppo si è concentrato sulla proposta di rimodellare il sistema di governance globale e di istituire un nuovo ordine finanziario e monetario. Ma su alcuni temi l’accordo interno non è unanime
25 Agosto 2023
Articolo di Efrem Tresoldi (da Johannesburg)
Tempo di lettura 4 minuti
La Nuova banca di sviluppo è l'istituto finanziario creato dal BRICS. Ha sede in Cina ed è guidata dall'ex presidente brasiliana Dilma Rousseff

Il 24 agosto, a conclusione del loro XV° vertice tenutosi al Convention Center di Sandton, a Johannesburg, i paesi del BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) hanno annunciato nella Dichiarazione Johannesburg II di aver ammesso all’organizzazione altre sei nazioni.

A partire dall’1 gennaio 2024, Argentina, Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti entreranno a pieno titolo a fare parte del gruppo.

Il tema dell’ampliamento dell’organizzazione – sostenuto all’unanimità dai paesi membri, India inclusa che inizialmente si era dimostrata sfavorevole -, ha dominato l’agenda del vertice di tre giorni dopo che oltre 20 nazioni avevano formalmente chiesto di aderire all’organizzazione.

Circa 50 altri capi di Stato e di governo hanno partecipato al vertice, un fatto che secondo i leader del BRICS indica la forza attrattiva della sua proposta.

Ad attirare l’attenzione di numerose nazioni è certamente la Nuova Banca per lo Sviluppo (NDB), istituita nel 2015, con base in Cina e presieduta da Dilma Rousseff, ex presidente del Brasile.

La banca è vista dai paesi del sud del mondo e dalle economie emergenti come alternativa alla Banca Mondiale e al Fondo monetario internazionale i cui programmi di aggiustamento strutturale, con pesanti condizioni di ripagamento del debito, hanno ulteriormente impoverito i paesi creditori.   

Moneta unica

Al vertice si è trattata anche la questione di una sola valuta per i paesi del BRICS al posto del dollaro statunitense e di un sistema di pagamenti comune per facilitare gli scambi commerciali interni tra paesi aderenti all’organizzazione.

La proposta di un’unica valuta è stata caldeggiata soprattutto da Russia e Cina con lo scopo principale di aggirare le sanzioni imposte dall’Occidente a Mosca, Cuba, Venezuela, Iran e Afghanistan.

Il Brasile è sembrato più interessato all’idea di una valuta per l’America Latina, mentre l’India è più preoccupata a rafforzare la propria divisa, la rupia.

Il Sudafrica non ha interesse ad avere una moneta comune e avrebbe solo da perderci dal momento che i suoi partner commerciali sono principalmente i paesi occidentali.

(Credit: governo del Sudafrica)

Guerra e Ucraìna

Il vertice ha sottolineato anche la distanza dall’Occidente sulla guerra in Ucraìna e ha offerto il suo sostegno alla Russia in un momento di isolamento globale.

Sudafrica, Cina e India non hanno condannato l’invasione della Russia, mentre il Brasile ha rifiutato di unirsi alle nazioni occidentali nell’invio di armi a Kiev, opponendosi alle sanzioni contro Mosca.

Il presidente russo Vladimir Putin, che non ha partecipato di persona all’assise di Johannesburg per evitare l’arresto per crimini di guerra decretato dalla Corte penale internazionale, nel suo discorso virtuale ha attaccato l’Occidente sostenendo che la guerra del suo paese contro l’Ucraìna è colpa delle potenze mondiali che cercano di proteggere la loro egemonia globale.

Riformare BM, FMI e ONU

Forti di un accresciuto consenso della comunità internazionale, i cinque paesi BRICS – che collettivamente costituiscono il 41% della popolazione mondiale, con il 24% del Pil globale e oltre il 16% del commercio del mondo -, hanno rilanciato la proposta di rimodellare il sistema di governance globale, di istituire un nuovo ordine finanziario a partire dalla riforma di istituzioni internazionali come la Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale, con processi di partecipazione più democratici ed equi.

Alla loro richiesta ha fatto eco la presa di posizione del segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres che intervenendo al vertice di Johannesburg ha denunciato come l’attuale sistema finanziario globale penalizzi l’Africa «che paga interessi su prestiti per lo sviluppo otto volte di più che gli USA e sedici volte di più dei paesi europei».

A proposito dell’ONU, Guterres ha sottolineato con un appello appassionato l’urgenza di riformare l’istituzione internazionale che non può più riflettere la realtà del mondo di ieri, deve invece confrontarsi con la realtà di oggi e rispecchiare il nuovo orientamento verso il multipolarismo globale.

Cyril Ramaphosa

Il presidente sudafricano, al termine del vertice ha incassato il plauso e le felicitazioni degli altri capi di stato membri del gruppo – ora chiamato BRICS Plus – per l’ottima organizzazione dell’evento.

Quasi un’investitura internazionale alla sua candidatura per la rielezione a presidente del Sudafrica alle prossime elezioni nel 2024.

In casa aveva ottenuto il via libera anche dalla Banca centrale sudafricana che nel suo recente rapporto ha scagionato il presidente in carica da ogni violazione delle leggi finanziarie nella faccenda di Phala Phala.

A luglio Ramaphosa era stato scagionato anche dall’agenzia anticorruzione. Davvero baciato dalla fortuna!  

 

 

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