Coppa d’Africa: che fine faranno le nuove infrastrutture? - Nigrizia
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L’auspicio è che i soldi spesi lascino in eredità percorsi di sviluppo sul lungo termine
Coppa d’Africa: che fine faranno le nuove infrastrutture?
Per l’organizzazione del torneo calcistico sono stati costruiti e ristrutturati non solo stadi ma anche strade e ponti. Molti si chiedono che ne sarà di questi investimenti quando i giochi saranno finiti
15 Gennaio 2024
Articolo di Rocco Bellantone
Tempo di lettura 5 minuti

Con il calcio d’inizio della Coppa d’Africa 2024, oltre che dalla prova del campo la Costa d’Avorio è attesa anche da altri esami. Il presidente Alassane Ouattara, in carica dal 2010, è chiamato a capitalizzare l’organizzazione della più importante competizione calcistica continentale per un rilancio economico e infrastrutturale del paese.

Nuovi stadi

La preparazione all’evento sportivo è stata accompagnata da una profonda ristrutturazione degli stadi e dalla costruzione di nuovi impianti. Su questo fronte a spartirsi la fetta più ampia delle commesse sono state società edili straniere, in particolare cinesi, francesi e portoghesi.

Il gruppo ivoriano Snedai, attraverso la controllata Omni Travaux, ha preso parte alla costruzione dello stadio di San Pedro da 20mila posti. I lavori sono stati coordinati da China Civil Engineering Construction Corporation (CCECC), filiale del gruppo China Railway Construction Corporation. Costo dell’opera 41 miliardi di franchi CFA (circa 62 milioni e mezzo di euro).

Allo stadio di Korhogo ha lavorato China National Building Material (commessa di 77 milioni di euro). Mentre BCEGC, gruppo di ingegneria edile di Pechino, si è aggiudicato la costruzione dello stadio Alassane Ouattara, situato nel quartiere di Ebimpé nella parte settentrionale di Abidjan. Per la realizzazione di questo stadio, il più atteso e il più grande (60mila posti), sono stati spesi più di 60 miliardi di franchi CFA (oltre 91 milioni di euro) nell’ambito di un maxi piano di aiuti stanziato dalla Cina.

Un consorzio guidato dalla francese Sogea-Satom, filiale del gruppo Vinci, ha gestito la costruzione dello stadio di Yamoussoukro, costato 72 milioni di euro. Il gruppo portoghese Mota-Engil ha invece ristrutturato e ampliato lo stadio di Bouaké (dove ha effettuato lavori anche nel grande mercato locale) ed è intervenuto anche nello stadio Félix Houphouët-Boigny di Abidjan (84 milioni di euro).

Nuove strade

Buona parte delle infrastrutture che attualmente sono in fase di completamento ad Abidjan erano in realtà già previste nell’ultimo piano regolatore della città approvato nel 2016 (Sduga, Schéma directeur d’urbanisme du Grand Abidjan).

Nell’ottica di agevolare l’ingresso allo stadio Alassane Ouattara è stata costruita una nuova superstrada a tre corsie che rende più veloce l’uscita dalla città in direzione di Adzopé, nel distretto di Lagunes, permettendo al contempo di raggiungere l’impianto dal centro in poche decine di minuti.

Altra infrastruttura importante è la nuova arteria stradale Y4, progettata per allentare la congestione del traffico nel cuore di Abidjan aggirando la città da nord. La tangenziale, per la cui realizzazione completa è prevista una spesa di 130 milioni di euro, parte da Bassam-vitré, a Bingerville (situata lungo il fianco est della città), per collegarsi a Cocody, Abobo, Anyama, Songon e raggiungere infine Jacqueville.

Il tratto centrale compreso tra Bingerville e lo stadio Alassane Ouattara non è ancora stato completato (è stato versato l’asfalto ma mancano ancora l’illuminazione e la segnaletica) ma è stato comunque aperto al traffico per consentire di raggiungere l’impianto attraverso un percorso alternativo ed evitare le scene di caos a cui si è assistito nelle ultime partite di preparazione al torneo giocate dalla nazionale ivoriana.

È stato poi aperto alla circolazione anche il 4° ponte di Abidjan che collega il sobborgo di Yopougon al distretto amministrativo e commerciale di Plateau.

Collegamenti con il Burkina Faso e lungo la costa

Altra infrastruttura attesa è l’autostrada Yamoussoukro-Bouaké. Il primo tratto tra Yamoussoukro e Tiébissou è in funzione dal dicembre 2022. Il secondo che porterà Bouaké, seconda città del paese, è stato inaugurato lo scorso agosto. I lavori tra Bouaké e Kanawolo, a est di Korhogo, potrebbero iniziare già quest’anno. Una volta completata, l’autostrada permetterà di raggiungere molto più velocemente il Burkina Faso passando per Ferkességoudou.

I lavori per l’ammodernamento della Côtière, la strada costiera di quasi 400 chilometri che collega lungo la costa Abidjan e Grand-Béréby passando per San Pedro, sono stati completati al 95%. Questo collegamento consente ora di coprire la distanza in tre ore e non più in dieci.

Il tratto tra Dahou e Grand-Lahou è stato costruito dalla francese Sogea-Satom. Un’altra impresa francese, Razel-Bec CI, filiale del gruppo Fayat, ha eseguito i lavori tra Grand-Lahou e Fresco.

Gli ultimi 180 chilometri, tra Fresco e Grand-Béréby, sono stati affidati al gruppo ivoriano PFO Construction, filiale del gruppo PFO Africa, società che ha di fatto il monopolio delle grandi opere nel paese avendo già realizzato la sede della Banca africana di sviluppo, il palazzo presidenziale, l’Ivoire Trade Center, il ponte Alassane Ouattara e la Torre F, ancora in costruzione.

Nell’immediato, e dunque fino alla finale del torneo l’11 febbraio, sarà interessante capire se e quanto queste opere si riveleranno in grado di sopportare l’arrivo di circa 2 milioni di tifosi attesi per tutte le partite in calendario.

Per il dopo Coppa d’Africa, quando i riflettori si saranno spenti, la speranza è che tutti questi soldi spesi – nell’aprile 2023 la Costa d’Avorio aveva concluso un accordo con il Fondo mondiale internazionale per un prestito da 3,5 miliardi di dollari – lascino in eredità al paese percorsi di sviluppo sul lungo termine. E non le ennesime cattedrali nel deserto.

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