Diritto allo studio: studenti manifestano in Burkina Faso e Camerun
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In piazza tante ragazze
Diritto allo studio: studenti manifestano in Burkina Faso e Camerun
12 Ottobre 2022
Articolo di Redazione
Tempo di lettura 2 minuti
(Wakat Séra)
Burkina Faso, in aula

Hanno manifestato ieri a Djibo, principale città del nord del Burkina Faso. E hanno manifestato a Maroua, città vicina al confine settentrionale del Camerun con la Nigeria e il Ciad. In entrambi i casi sono scesi in piazza centinaia di studenti (in Camerun soprattutto studentesse) per chiedere ai loro governi di garantire il diritto allo studio.

Colpisce che giovani cittadini e cittadine di due stati alle prese con problemi strutturali – il Burkina Faso ha subito due colpi di stato in otto mesi, mentre in Camerun è aperto dal 2016 un conflitto che vede contrapporsi il governo di Yaoundé e i separatisti anglofoni delle regioni del nordovest e sudovest – abbiano la determinazione di rivendicare il diritto all’istruzione, come diritto fondamentale. Anche in contesti dove molti altri diritti sono messi in discussione.

Il nord del Burkina Faso nel mirino delle milizie jihadiste. Lo scorso 26 settembre è stato attaccato un convoglio di 200 camion che trasportava vettovagliamenti: 37 persone sono rimaste uccise. Eppure gli studenti chiedono che siano ristabilite al più presto le reti di comunicazione, di mettere in sicurezza Djibo e che siano rimpiazzati al più presto gli insegnanti che non sono rientrati dalle vacanze a causa dell’insicurezza dell’area.

Il sindacato degli insegnanti della scuola secondaria e superiore riferisce che «a causa della crisi sociopolitica, securitaria, sanitaria e umanitaria, l’anno scolastico da poco iniziato è segnato dalla chiusura, in tutto il paese, di 4.258 scuole». Il che significa, secondo il sindacato, che oltre 700mila studenti sono tagliati fuori dal processo educativo.

Non è migliore la situazione in Camerun. Le Nazioni Unite affermano che la crisi separatista nelle regioni occidentali anglofone ha privato dell’istruzione circa 750.000 studenti, la maggior parte dei quali ragazze. Altri 250.000 studenti sono stati privati dell’apprendimento nel nord a causa dell’instabilità causata dal gruppo jihadista Boko Haram.

I gruppi separatisti accusano le truppe del governo di aver attaccato le scuole e il governo afferma il contrario. Human Rights Watch afferma che entrambe le parti sono responsabili degli attacchi alle scuole.

Le studentesse camerunesi hanno chiesto di poter tornare in aula al più presto. E lo hanno chiesto anche nelle strade delle città di Bamenda, Kumbo, Buea, Kumba e Limbe.

 

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