Dubai, nuovo Eldorado dei cleptocrati africani - Nigrizia
Camerun Ciad Congo Brazza Gabon Politica e Società
Decine di milioni di dollari investiti in immobili di lusso nella capitale emiratina
Dubai, nuovo Eldorado dei cleptocrati africani
Un’accurata ricerca ha rivelato investimenti per 54 milioni di dollari da parte delle élite di potere - e relativi famigliari - dei paesi della Comunità economica e monetaria degli Stati dell'Africa centrale: dal Ciad al Camerun, dal Gabon alla Repubblica del Congo
02 Aprile 2024
Articolo di Antonella Sinopoli (da Accra)
Tempo di lettura 5 minuti
Lussuosa proprietà in vendita a Dubai (Credit: Astro Properties)

Dove vanno a finire i soldi dei cleptocrati africani? Il nuovo eldorado è Dubai, dove vengono investiti in proprietà e case di lusso. Un totale di 72 ministri, sindaci, membri del parlamento e uomini d’affari provenienti da Camerun, Gabon, Ciad, Congo e Repubblica Centrafricana, nel 2020 possedevano proprietà di fascia alta nei quartieri eleganti della città degli Emirati Arabi Uniti.

È quanto emerso da un lavoro di analisi che per otto mesi ha scandagliato il database del Center for Advanced Defense Studies (C4ADS), organizzazione con sede negli Stati Uniti che ha lo scopo di “combattere le reti illecite che minacciano la pace e la sicurezza in tutto il mondo”.

Nel corso del 2019 e del 2020, C4ADS ha identificato a Dubai chi sono gli investitori della Comunità economica e monetaria degli Stati dell’Africa centrale (CEMAC), ad eccezione della Guinea Equatoriale.

La ricerca è riuscita a collegare 117 beni – stimati complessivamente in 54 milioni di dollari – a funzionari, politici, magistrati, direttori generali e importanti uomini d’affari, nonché coniugi, figli e parenti, dei paesi in questione.

Dal database emerge che il 98% delle proprietà riguardano il settore immobiliare: appartamenti, ville e hotel, ubicati in zone residenziali o commerciali. Il restante 2% sono negozi e attività commerciali.

Dal Camerun al Ciad

Un lavoro svolto nell’ambito del progetto ODECA da Adisi-Camerun, organizzazione della società civile che tra l’altro si batte per la libertà di espressione, l’accesso all’informazione e gli open data e i diritti digitali. Ed è proprio dal Camerun che proviene il maggior numero di investitori africani verso Dubai.

Tra i proprietari di immobili c’è la deputata del partito di governo e imprenditrice Moufta Halia Moussa, i cui otto appartamenti valgono secondo le stime più di 15 milioni di dollari.

Mohamadou Dabo, camerunense ed ex console generale onorario per la Corea del Sud, ora deceduto, al momento della raccolta dei dati possedeva un appartamento nel Burj Khalifa, l’edificio più alto del mondo, valutato oltre 510.000 dollari.

Nel database c’è anche l’uomo d’affari ciadiano Hissein Bourma Ibrahim, ex direttore della Société des Hydrocarbures du Tchad e cognato del defunto presidente, Idriss Déby. Bourma Ibrahim possiede una villa, sette appartamenti e un centro commerciale, per un valore stimato di oltre 7 milioni di dollari.

Altri membri della famiglia del defunto presidente, compreso il fratello maggiore, Daoussa Idriss – tutti legati alla gestione dei proventi e delle finanze petrolifere in Ciad – hanno speso più di 2,3 milioni di dollari in appartamenti in zone esclusive come Business Bay e Al Warsan First. Il valore totale degli investimenti ciadiani nella città è stimato a 14,5 milioni di dollari.

Dal Gabon al Congo

L’ex presidente della Corte costituzionale del Gabon, Marie Madeleine Mborantsuo (conosciuta come “3M”) e i suoi figli, a Dubai possiedono numerose ville e appartamenti, per un valore complessivo stimato di 3,5 milioni di dollari.

Altri proprietari immobiliari gabonesi a Dubai presenti nel database sono parenti di politici e membri del governo, con un patrimonio pari a oltre 12 milioni di dollari.

Tra i congolesi inclusi nel database figurano numerosi stretti collaboratori dell’ottuagenario presidente della Repubblica del Congo, Dénis Sassou Nguesso.

Quindici immobili stimati in 9,5 milioni di dollari appartengono a Blandine Malila Lumande, nuora di Sassou-Nguesso, e cinque, per un valore vicino ai 2 milioni di dollari, a Raymond Zephirin Mboulou, che riveste l’incarico di ministro degli Interni dal 2007.

Patrimoni fantasma

Ma a parte queste figure note ce ne potrebbero essere molte di più visto che questi personaggi pubblici utilizzano dei prestanome. Da considerare anche altri benefici che derivano dall’acquisizione di proprietà a Dubai, come la residenza e il permesso di soggiorno.

La questione, ovviamente, non è l’investimento “che in sé non è un atto criminale” dice l’avvocato Jacques Jonathan Nyemb. Il problema sta nell’origine di questi soldi, la loro natura – non accertata – di regolarità o fraudolenza.

Oltretutto, seppure esistono leggi in materia nei paesi di provenienza di questi grossi investitori, la maggior parte dei politici e dei funzionari della CEMAC non ha dichiarato il proprio patrimonio ed è difficile risalire all’origine delle loro enormi disponibilità finanziarie.

«Gli oligarchi dell’Africa centrale si rivolgono ad aree dove le operazioni non vengono controllate … Dubai è un centro finanziario per il riciclaggio di denaro e il commercio di metalli preziosi dall’Africa», afferma Andréa Gombet, attivista e fondatrice del collettivo Sassoufit, organizzazione che si batte contro la cleptocrazia.

Le fa eco Claude Hyepdo, coordinatore di Transparency International Camerun: «Dubai è diventata il nuovo Eldorado per le nostre autorità, soprattutto data la sua natura molto discreta. Inoltre, è il mercato principale per l’oro del Camerun».

È stato calcolato (dati UNCTAD, 2020) che ogni anno l’Africa perde circa 88,6 miliardi di dollari a causa della fuga illecita di capitali, pari al 3,7% del prodotto interno lordo del continente. Tutto questo si traduce in opportunità di sviluppo mancate, perdita di mezzi di sussistenza, aumento della povertà.

Perché la capacità di arricchimento di queste persone fa a pugni con le realtà di paesi con alti tassi di indigenza e di bisogno, e dove queste cifre – ripetiamo, dalla provenienza dubbia o comunque non accertata – potrebbero risolvere tanti dei problemi che affliggono le popolazioni: dalla sanità alla fornitura di acqua potabile e corrente elettrica.

Copyright © Nigrizia - Per la riproduzione integrale o parziale di questo articolo contattare previamente la redazione: redazione@nigrizia.it