Egitto: la morsa del regime sui dissidenti e le loro famiglie - Nigrizia
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Si moltiplicano gli appelli per la liberazione di Alaa Abdel Fattah, in pericolo di vita
Egitto: la morsa del regime sui dissidenti e le loro famiglie
09 Novembre 2022
Articolo di Redazione
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(Credit: immagine della campagna dell'ong Access Now per la liberazione di Alaa Abdel Fattah)

«Mio padre, Mohamed el-Sharif, è stato arrestato dalla polizia egiziana», ha denunciato il 7 novembre Twitter Abdullah el-Sharif. «Ora li avete in mano tutti e tre, non ho nulla da perdere» ha aggiunto l’influencer egiziano riferendosi al fatto che anche i suoi due fratelli, Amr and Ahmed, erano stati prelevati dalla residenza di Alessandria e imprigionati nel marzo 2020. Di loro non si è saputo più nulla.

Abdullah el-Sharif, che vive all’estero, ha circa 2.5 milioni di iscritti al suo programma video su Youtube, ripreso poi da molti dei social media, ed è noto per avere criticato spesso il presidente Abdel Fattah al-Sisi, l’ex generale divenuto presidente dopo aver deposto nel 2013 in un colpo di stato militare il suo predecessore Mohamed Morsi.

I fratelli vennero arrestati dopo che Abdullah diffuse un video che mostra soldati egiziani commettere abusi nel Sinai. Suo padre venne allora costretto dalle autorità a denunciare suo figlio sulla tivù di stato.

La notizia non sorprende perché dal 2014 i servizi di sicurezza egiziani arrestano frequentemente famigliari di dissidenti e attivisti in esilio che criticano pubblicamente la violazione dei diritti umani nel paese.

In effetti, un rapporto di Human Rights Watch pubblicato in settembre accusava il governo di al-Sisi di ritorsioni contro dozzine di parenti e famigliari di attivisti in esilio, confiscando i loro passaporti, proibendo loro di viaggiare e spesso arrestandoli.

Al tempo stesso prosegue lo sciopero della sete del dissidente anglo-egiziano Alaa Abdel Fattah, che è ormai in condizioni gravissime e rischia di morire durante il summit della Cop27 di questi giorni a Sharm el-Sheikh.

Già prima dell’inizio della Cop27 le autorità britanniche erano state invitate da vari organismi a sollecitare l’Egitto a rilasciare Alaa immediatamente e senza condizioni. Alaa aveva iniziato uno sciopero della fame lo scorso aprile annunciando allora che, se non avesse ottenuto la liberazione, avrebbe avviato anche uno sciopero della sete il 6 novembre, all’inizio della Cop27.

Inutili sono apparsi finora gli appelli per la sua liberazione fatti sia dalla sorella di Alaa che da Amnesty International, da EgyptWide e dall’Onu che invitano tutte le organizzazioni della società civile ad unirsi alla loro richiesta.   

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