Etiopia: vertici ortodossi snobbati dai sacerdoti del Tigray
Chiesa e Missione Etiopia Politica e Società
A Macallè in missione di riconciliazione, il patriarca e la sua delegazione sono stati ricevuti solo dai leader politici
Etiopia: vertici della Chiesa ortodossa snobbati dai sacerdoti del Tigray
12 Luglio 2023
Articolo di Redazione
Tempo di lettura 2 minuti
Il patriarca Abune Mathias (Credit: Fana)

In Etiopia una delegazione da Addis Abeba guidata da Sua Santità Abune Mathias I, patriarca della Chiesa ortodossa etiope Tewahedo (EOTC), è rientrata ieri nella capitale dopo un viaggio nello stato regionale del Tigray, finalizzato ad avviare la riconciliazione con la Chiesa del Tigray dopo il lungo conflitto che ha visto contrapposti Addis Abeba e Macallè.

La delegazione, che comprendeva membri del Sinodo di Addis Abeba e personaggi conosciuti, tra cui l’atleta Derartu Tulu, è stata tuttavia ricevuta solo da Getachew Reda, il presidente dell’amministrazione ad interim del Tigray, e da altre autorità politiche della regione.

Il notiziario ufficiale della Chiesa Tewahedo ha reso noto che la delegazione “non ha ricevuto alcun tipo di accoglienza spirituale o cerimonia di benedizione da parte dei beati padri, sacerdoti e membri della scuola domenicale, responsabili della regione del Tigray”.

E che “il patriarca, e anche gli anziani del paese, sono stati costretti a recitare la preghiera dell’Alleanza fuori dalla porta della Chiesa, rimasta chiusa”.

Quanto ai vertici ecclesiali tigrini dell’arcidiocesi di Macallè, non è stata rilasciata alcuna dichiarazione ufficiale sulle ragioni per il rifiuto di incontrare il patriarca e la sua delegazione.

Abune Mathias aveva visitato tra l’altro un campo a Macallè che ospita sfollati interni, compresi molti dal Tigray occidentale, per fornire aiuti umanitari.

Nell’occasione, un rappresentante del clero tigrino, Wolde Kidan Marsha, anch’egli sfollato, ha reso noto al patriarca e alla sua delegazione che i capi della Chiesa ufficiale avevano contribuito alla “distruzione e allo sfollamento della popolazione del Tigray, fornendo anche assistenza economica all’esercito per sostenere la guerra”.

Oltre a vari striscioni che denunciavano il sostegno della Chiesa all’esercito di Abiy Ahmed, gli sfollati tigrini ne hanno innalzato altri che invitavano la gente a tornare alle proprie case, in risposta all’accordo di cessazione delle ostilità firmato a Pretoria.   

Copyright © Nigrizia - Per la riproduzione integrale o parziale di questo articolo contattare previamente la redazione: redazione@nigrizia.it