Il fallimento della politica Ue e italiana in Africa - Nigrizia
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Giufà / Settembre 2023
Il fallimento della politica Ue e italiana in Africa
È un fiasco il tentativo di Roma di puntare ai trattati con i paesi mediterranei per fermare i migranti. C'è poi l'immobilismo europeo di fronte ai sovvertimenti nel Sahel
30 Agosto 2023
Articolo di Gad Lerner
Tempo di lettura 3 minuti
Sbarco di migranti tunisini a Lampedusa (Credit: ANSA)

Questo articolo è uscito nella rivista Nigrizia di settembre 2023.

Ricorderemo a lungo l’estate 2023 come la stagione del fallimento delle politiche europee nei confronti del continente africano. Un fallimento gravido di conseguenze imprevedibili, ma comunque nefaste.

I trattati miranti al respingimento dei migranti attraverso il finanziamento dei regimi di Libia e Tunisia non hanno impedito il raddoppio dei flussi migratori rispetto al 2022. Un fiasco, oltre che un disonore, suggellato dalla richiesta di aiuto rivolta dal governo italiano alle navi delle ong, in deroga all’odioso decreto con cui si voleva limitarne il raggio d’azione.

Altro che “piano Mattei”, condito da vaghe promesse di superare i comportamenti predatori del passato.

Di fronte al colpo di stato in Niger del 23 luglio, l’Europa si è divisa in un impotente balbettio.

La Francia ha provato a mostrare la faccia cattiva, l’Italia si è tirata indietro di fronte alla sciagurata ipotesi di un impegno militare diretto, sicché l’impotenza dell’Ue si è sommata alle esitazioni della Cedeao (Nigeria in testa), capace fino ad oggi di minacciare ultimatum che si rivelano – e speriamo si confermino –penultimatum.

Il sovvertimento degli equilibri nel Sahel, l’enorme regione afflitta dal cambiamento climatico che spinge le popolazioni a emigrare e, quando non è possibile, a cercare protezione nelle bande armate jihadiste o mercenarie, promette solo l’acuirsi dell’instabilità.

Ben comprensibile, ancorché umiliante, è il moto di ripulsa che riunisce tutti i subsahariani nei confronti degli ex colonizzatori europei. Un rigetto che rende impensabile che l’Ue possa assolvere, in un prossimo futuro, alcun ruolo di mediazione, e tanto meno di transizione verso forme di legalità democratica.

Fa impressione mettere in fila i violenti cambi di regime degli ultimi anni, dal Mali, al Burkina Faso, alla Guinea, fino al Sudan e al Niger nel 2023. Da quelle parti sono bene accolti i venditori di armi, le potenze miranti alla destabilizzazione, come la Russia, mentre la cooperazione internazionale subisce solo penalizzazioni e la Cina attende sorniona di imporsi come unica superpotenza capace di subentrare al caos.

Oggi più che mai appare evidente che la pace e la stabilità necessitano di un radicale cambiamento di approccio al continente africano, rimasto terra di conquista per gli affaristi e i guerrafondai anche dopo l’era coloniale. Servirebbe un’Europa accogliente e cooperante, il contrario di quella che ha fallito.    


Cedeao

È un’organizzazione regionale (Ecowas, l’acronimo inglese) fondata da quindici stati dell’Africa occidentale nel 1975. Copre un’area di circa 5,2 milioni di chilometri quadrati abitata da quasi 425 milioni di persone. Negli anni la sua composizione è stata messa in discussione e in parte è cambiata.

Capo Verde entrò a farne parte nel 1977, mentre l’unico paese membro con l’arabo come lingua ufficiale, la Mauritania, si ritirò nel 2000 per poi tornare a firmare con l’organizzazione nel 2017 un accordo di semplice associazione.

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NIGRIZIA DICEMBRE 2023
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