Ha i caratteri della concretezza la visita della vice presidente Usa, Kamala Harris, che ha incontrato ieri ad Accra il presidente del Ghana Nana Akufo-Addo.

Il Ghana è la prima tappa del viaggio che la porterà anche in Tanzania e Zambia con l’intento di ripristinare un dialogo con i paesi africani dopo il palese disinteresse nei confronti del continente manifestato dall’amministrazione di Donald Trump (2017-2021).

Washington ha cominciato col mettere sul tavolo 139 milioni di dollari che, a partire dal 2024, andranno a finanziare iniziative economiche, commerciali e culturali, oltre che un programma per combattere la malaria.

Il Ghana è alle prese con una grave crisi economica, un forte debito pubblico (lo scorso dicembre ha ottenuto un prestito di 3 miliardi di dollari dal Fondo monetario internazionale) una inflazione al 50%. La partita del debito è stata recentemente oggetto di discussione tra il ministro delle finanze ghaneano, che si è recato a Pechino, e il governo cinese.

Un altro tema caldo è quello della sicurezza, legato all’espandersi del terrorismo di marca jihadista e alla scelta di alcuni governi del Sahel, Mali e Burkina Faso in particolare, di rivolgersi ai mercenari della società russa Wagner.

Kamala Harris ha dichiarato che il governo Biden investirà 100 milioni di dollari per aiutare Ghana, Benin, Costa d’Avorio e Togo ad arginare la minaccia del jihadismo.

La vice presidente Usa non ha tergiversato quando le è stati chiesto un parere sul disegno di legge, in discussione al parlamento ghaneano, che potrebbe restringere i diritti delle persone Lgbtq+. Per gli Stati Uniti, ha detto, si tratta di una questione di diritti umani. E il presidente Akufo-Addo ha messo le mani avanti, affermando che «elementi sostanziali del progetto di legge sono già stati modificati».