
Guinea Conakry
Si intensificano le proteste in Guinea con scontri tra le forze di sicurezza e i manifestanti che chiedono le dimissioni dell’ottantunenne presidente Alpha Condé prima delle elezioni previste quest’anno.
Ieri due stazioni di polizia sono state saccheggiate e date alle fiamme nella città di Pita (350 km dalla capitale), così come la residenza del prefetto a Lélouma, nel centro del paese. Anche il quartier generale della Commissione elettorale prefettizia indipendente a Labé, nel nord del paese, è stato attaccato, mentre sono state erette barricate di pneumatici a Dalaba, città a circa 360 chilometri da Conakry.
Sempre ieri ci sono stati altri due giovani morti con numerosi feriti tra le forze dell’ordine. Almeno 20 civili e un gendarme sono stati uccisi e decine sono stati arrestati dall’inizio delle proteste, il 14 ottobre.
L’opposizione del Fronte Nazionale per la Difesa della Costituzione (FNDC), un collettivo di partiti, sindacati e membri della società civile che organizza le manifestazioni di piazza, sostiene che il presidente intenda cercare un terzo mandato attraverso le modifiche costituzionali da lui annunciate. L’FNDC lunedì ha lanciato un “ordine di mobilitazione illimitata”. (Radio France International)