
La storia di Isabel dos Santos è molte cose. Da una parte, rappresenta l’archetipo del concetto di “nepotismo”. Figlia primogenita dell’uomo che ha governato l’Angola per 38 anni, dal padre ha ricevuto in sorte quote e partecipazioni, fino al controllo, di numerose società statali. Le ha trasformate in un patrimonio da miliardi di dollari e in una rete di influenze politiche enormi. È diventata la donna più ricca d’Africa, la prima miliardaria del continente. È anche una storia di grande giornalismo però, quella di Isabel dos Santos. Di cronisti di numerosi paesi che si mettono insieme, esaminano tonnellate di carte e si ritrovano appiccicata alle mani la patina dorata che copriva una vicenda fatta prima di corruzione e furto ai danni di un popolo, che di grandi capacità imprenditoriali e fiuto per gli affari. Esattamente non si sa dove si trovi ora, Isabel dos Santos, ma i suoi beni sono stati congelati in Angola. E lo stesso è stato ordinato dalla giustizia britannica lo scorso dicembre. Avviene nell’ambito dei numerosi procedimenti giudiziari che sono partiti in almeno 4 paesi anche dopo le rivelazioni dei giornalisti.
Chissà quindi, se quella di Isabel dos Santos diventerà anche una storia di giustizia, di potenti che smettono di essere intoccabili e finiscono davanti ai tribunali. Invece di essere, come la stessa interessata denuncia a mezzo stampa, l’ennesimo regolamento di conti in un paese governato da 50 anni dallo stesso partito.
Ne parliamo con Paolo Biondani, giornalista dell’Espresso che ha lavorato sull’inchiesta internazionale dei Luanda Leaks.
Puntata a cura di Brando Ricci. Produzione e montaggio: Roberto Valussi. Questo podcast è possibile grazie al sostegno dei nostri lettori e ascoltatori. Per dare spazio a più contenuti del genere, puoi abbonarti a Nigrizia.
Per orientarsi nella puntata:
02:35 – Chi è Isabel Dos Santos
06:27 – Come è diventata la donna più ricca d’Africa
08:36 – Cosa sono i Luanda Leaks
12:20 – La latitanza di Isabel Dos Santos
13:49 – Il whistleblower dietro i Luanda Leaks
17:37 – La discutibile lotta alla corruzione del Presidente Lourenço