Kenya: inizia l’era di William Ruto - Nigrizia
Kenya Politica e Società
Conclusa la complessa tornata elettorale
Kenya: inizia l’era di William Ruto
Inattesa la sentenza con la quale la Corte suprema ha confermato la sconfitta di Raila Odinga nella corsa alla presidenza. Il voto legislativo ha consegnato due camere sostanzialmente divise a metà. Ma in molti hanno già fatto il ‘salto della quaglia’ a favore del vincitore
08 Settembre 2022
Articolo di Bruna Sironi (da Nairobi)
Tempo di lettura 5 minuti
William Ruto (Credit: Bbc)

La lunghissima e combattuta stagione elettorale kenyana si è conclusa il 5 settembre con la sentenza della Corte suprema riguardante le numerose petizioni sulla validità dei risultati, posti dalle due coalizioni a sostegno dei contendenti alla presidenza e da semplici cittadini.

Squadre dei migliori avvocati del paese hanno rappresentato i due raggruppamenti, quello che ha sostenuto Raila Odinga (77 anni), dato perdente per un pugno di voti, e quella di William Ruto (55 anni), proclamato vincitore con il 50,49% dei voti espressi.

Sotto accusa l’operato della commissione elettorale nazionale (Iebc), e del suo presidente, Wafula Chebukati, che ha provocato la spaccatura dei commissari, con una maggioranza (4 su 7) che si è dissociata dai risultati da lui ufficializzati. 

Tutti i quesiti posti sono stati liquidati come inconsistenti, non basati su dati di fatto verificabili ed incontrovertibili, alcuni fondati su documenti non veritieri o su notizie false.

Le numerose irregolarità emerse nelle varie fasi del voto – dall’elenco elettorale, alla distribuzione delle schede sul territorio, alla compilazione dei documenti di trasmissione dei risultati di ogni circoscrizione al livello nazionale, alla efficienza e sicurezza del sistema informatico elettorale – sono state ritenute frutto di errore umano, senza intenzione di dolo e in parte non abbastanza rilevanti da inficiare la validità del risultato finale.

I giudici hanno raccomandato alla Iebc di curare meglio in futuro la precisione delle varie operazioni e hanno minacciato azioni penali per chi ha presentato petizioni basate su dati non accurati e verificati. Due pesi e due misure, si potrebbe dire dall’esterno, ma la Corte suprema ha sottolineato che la sentenza, che sarà resa pubblica nei dettagli nelle prossime settimane, è stata raggiunta all’unanimità.

William Ruto è stato dunque confermato vincitore delle elezioni e sarà insediato ufficialmente il 13 settembre come quinto presidente del Kenya.

Sentenza inattesa

Il paese ha seguito con grande attenzione la lettura del verdetto, trasmesso in diretta da tutti i media del paese, e l’ha accolto con un certo stupore. Nei giorni precedenti gli stessi media avevano diffuso informazioni dettagliate sulle irregolarità che emergevano dal lavoro di analisi delle petizioni e dalle verifiche dei giudici.

Tanto che il Daily Nation, il maggior quotidiano del paese, aveva osservato che la Corte suprema avrebbe potuto trovarsi in un dilemma costituzionale, avanzando l’ipotesi di un eventuale scioglimento della Iebc dopo aver dichiarato nullo il risultato ufficializzato dal suo presidente, ma senza vie percorribili per ripetere le elezioni in tempi brevi.

Tuttavia i kenyani hanno reagito con molta calma al verdetto, seguendo le indicazioni di Raila Odinga che ha dichiarato di rispettare il giudizio, pur dissociandosene totalmente. E ha raccomandato ai suoi sostenitori di fare altrettanto, promettendo indicazioni per il lavoro di opposizione che sarà svolto puntualmente ad ogni livello delle istituzioni del paese nei prossimi anni, in preparazione alla tornata elettorale del 2027.

Le forze di sicurezza, dispiegate sulle vie principali della capitale Nairobi la notte precedente la diffusione della sentenza, hanno potuto rientrare nelle caserme. Non si sono verificati episodi di violenza degni di rilievo neppure nei punti storicamente più caldi della città, come la baraccopoli di Kibera, tradizionale bacino di voti per Odinga.

«Lavoro di Dio»

Nel suo primo discorso pubblico dopo le elezioni, si è pronunciato sulla deliberazione anche il presidente uscente, Uhuru Kenyatta. Ha assicurato che sta lavorando ad un tranquillo e sereno passaggio dei poteri e ha osservato che, per molto meno di quanto rilevato da questi giudici, nel 2017 la stessa corte, formata in parte da persone diverse, aveva annullato le elezioni.

Non si è fatta attendere la risposta della presidente della Corte suprema, Martha Koome, (peraltro nominata dallo stesso Kenyatta, ndr) che ha assicurato che il lavoro è stato fatto con l’intervento divino, tanto che l’ha definito senza giri di parole come «lavoro di Dio».

In questo rafforzando le dichiarazioni del vincitore, Ruto, che, ascoltata la sentenza, aveva sottolineato che tutto si può ottenere con il sostegno di Dio. A noi italiani potrebbe ricordare “l’illuminazione del Signore”, che aveva, a suo dire, sostenuto l’elezione di un nostro noto politico. Sappiamo com’è andata a finire. Naturalmente auguriamo ai kenyani una sorte del tutto diversa.

Nelle sue prime dichiarazioni da presidente eletto, Ruto ha anche ironizzato sui suoi rapporti con il presidente il carica di cui è stato finora il vice. Ha sottolineato che non si parlano da molti mesi ma che ora dovrà pur fargli una telefonata per accordarsi sul passaggio delle consegne.

Uhuru, da parte sua, ha dedicato un giorno intero a dimostrare il suo perdurante sostegno a Odinga, visitandolo nella sua casa e diffondendo numerose foto scattate con i suoi familiari e i suoi sostenitori, e partecipando all’assemblea dei parlamentari eletti per la coalizione che l’ha sostenuto.

Lotta per il parlamento

Complessivamente, si può dire che il paese è uscito dalla competizione elettorale ancora diviso e sempre più scettico sulla credibilità della sua classe politica e delle sue istituzioni, ma sicuramente più maturo, o almeno in grado di giocare sul piano politico dissidi che in un recente passato avevano portato sull’orlo della guerra civile.

Intanto si preparano nuove battaglie per i posti di potere nella nuova legislatura. La prima è quella per quelli di presidente dell’assemblea nazionale e del senato. Le due camere sono uscite dalle urne sostanzialmente divise a metà. Ma il passaggio con il vincitore di parecchi eletti nella coalizione di Odinga, e di molti indipendenti, è cominciato immediatamente, anche prima della sentenza della Corte suprema.

E poi ci sarà la formazione del governo. Diversi osservatori prevedono che ci potrebbe essere un primo confronto tra Ruto e il suo vice, Rigathi Gachagua, per l’assegnazione degli incarichi.

 

 

 

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