Madagascar: elezioni boicottate, Rajoelina si riconferma presidente
Madagascar Politica e Società
Il capo di stato in carica ha ottenuto quasi il 59% dei voti. Per dieci dei 13 candidati il voto non ha alcun valore
Madagascar: elezioni boicottate, Rajoelina si riconferma presidente
27 Novembre 2023
Articolo di Redazione
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Boicottate da quasi tutte le opposizioni e contestate dalla società civile, in Madagascar le elezioni presidenziali che si sono disputate il 26 novembre non sembrano riservare alcuna sorpresa: stando ai dati provvisori pubblicati dalla Commissione elettorale nazionale indipendente (Ceni) con il 91% dei seggi scrutinati, il presidente uscente Andry Rajoelina si è riconfermato alla guida del paese già al primo turno ottenendo quasi il 59% delle preferenze.

I risultati ufficiali devono essere annunciati dall’Alta corte costituzionale entro il 4 dicembre. Secondo quanto riferiscono i media dell’isola però, è probabile che la comunicazione ufficiale possa arrivare già questo venerdì. Secondo la CENI, l’affluenza è stata del 45%.

Commentando i risultati delle elezioni, il presidente ha affermato: «Questa vittoria è quella di tutto il popolo malgascio, senza eccezioni». 

Rajoelina, 49 anni, ha vinto uno scrutinio disertato di fatto da dieci dei 13 candidati alla presidenza. Questi aspiranti capi di stato si sono riuniti settimane fa in un collettivo che ha boicottato la campagna elettorale e portato avanti settimane di mobilitazione contro il voto e la sua gestione da parte del capo di stato.

Il gruppo di candidati, fra i quali figura anche l’ex presidente Marc Ravalomanana, deposto con un colpo di stato militare nel 2009 proprio da Rajoelina, ha ribadito di non riconoscere in alcun modo la validità delle elezioni e quindi il risultato emerso dalle urne .

Le accuse al presidente 

Fra le varie accuse rivolte all’indirizzo del presidente dalle opposizioni, la sua presunta non candidabilità ai sensi della legge malgascia in quanto possessore della cittadinanza francese. Rajoelina, che ha effettivamente acquisito i documenti transalpini nel 2014, ha sempre smentito la sostanza di questa argomentazione.

Il collettivo di candidati ha inoltre lamentato una gestione non legittima del processo di transizione alle elezioni. L’ordinamento malgascio prevede le dimissioni del presidente che voglia ricandidarsi e la formazione di un governo ad interim pre-elettorale guidato dal presidente del Senato. L’esecutivo che traghettato il Madagascar al voto è stato guidato però dal primo ministro Christian Ntsay dopo la controversa rinuncia della guida del Senato Herimanana Razafimahefa.

Alla mobilitazione dei candidati, spesso degenerata in scontri con le forze dell’ordine e in fermi di alcuni politici di spicco, si sono aggiunti anche decine di movimenti della società civile e anche alcune figure dello stesso governo, come la presidente della Camera bassa del parlamento Christine Razanamahasoa, ex alleata e ora in rotta di collisione col presidente.

Dal voto malgascio emergono comunque alcuni dati interessanti. Nonostante di fatto non partecipasse al voto, l’ex presidente Ravalomanana ha ottenuto il terzo miglior risultato con il 12,5% dei voti. L’unico altro candidato che ha superato il 10% è stato Siteny Randrianasoloniaiko, che si è aggiudicato poco più del 13% delle preferenze, arrivando secondo. Vicino al collettivo dei candidati che ha boicottato il voto, di cui ha anche fatto parte, Randrianasoloniaiko ha già lamentato irregolarità.

Rajoelina, una passato come noto dj, già sindaco della capitale Antananarivo fra il 2007 e il 2009, ha guidato il Madagascar dal 2009 al 2014 e poi di nuovo dal 2019. Nel paese africano, stando a dati della Banca Mondiale, quasi l’80% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà di 2,14 dollari al giorno. Il Madagascar, situato nel cuore dell’Oceano Indiano, 400 chilometri al largo delle coste del Mozambico, è molto vulnerabile ai cambiamenti climatici, che negli ultimi anni si sono manifestati soprattutto sotto forma di siccità, ondate di calore e cicloni molto forti.

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