Mali: dure critiche alla giunta militare dal primo ministro - Nigrizia
Mali Politica e Società
Il fedele tra i fedeli del governo maliano, Choguel Maïga, si'mprovvisa fustigatore del regime. Crisi di coscienza o sottile calcolo populista?
Mali: dure critiche alla giunta militare dal primo ministro
19 Luglio 2023
Articolo di Redazione
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Il Primo ministro del Mali Choguel Maïga

Sembrerebbero le parole di un oppositore al regime golpista al potere. E invece è stato il primo ministro maliano della transizione, Choguel Maïga, ad aver preso una posizione quantomeno irrituale. 

In occasione di un evento culturale, domenica 16 luglio, ha dichiarato: «Tutti quelli che ci sostengono oggi, se non hanno niente da mangiare domani, sono gli stessi che ci prenderanno a sassate per mandarci via. I discorsi patriottici e nazionalisti possono reggere uno, due, tre anni. […] Alla lunga, è l’economia che fa reggere il tutto.»

La sua dichiarazione appare ancora più inaspettata vista la sua riconferma nel ruolo di primo ministro nell’ampio rimpasto ministeriale di inizio mese. 

Maïga non è, tra l’altro, solito a uscite del genere. Finora ha tenuto la barra del governo, promuovendo la linea nazionalista, anti-francese e anti-occidentale. Mentre la critica alla mancanza di programmi di sviluppo economico è un argomento ricorrente per chi si oppone alla giunta di Assimi Goita, colonnello dell’esercito maliano con all’attivo due golpe nel suo paese, nel 2020 e nel 2021. 

Secondo il politologo Oumar Berté – intervistato da Rfi – il discorso di Maïga potrebbe anche essere letto come «un tentativo di dire quello che la popolazione maliana vuole sentirsi dire. E chiaramente, i maliani cominciano a essere stufi dei discorsi nazionalisti. Ora richiedono programmi di sviluppo economico. Soprattutto visto che [le autorità di transizione, ndr] hanno fatto partire di Minusma (la Missione delle Nazioni Unite in Mali, ndr), che assicurava molti posti di lavoro». 

L’analista quindi, non esclude che possa essere un tentativo di riaffermare la legittimità del governo, inscenando una strigliata alla giunta militare per diminuire lo scollamento con un’opinione pubblica che non vede risultati tangibili di cambiamento negli ultimi anni. 

Mediazione al nord

Nel frattempo, un altro evento ha attirato l’attenzione della stampa internazionale. 

Il direttore dell’Agenzia nazionale dei servizi di sicurezza (equivalente ai servizi segreti) Modibo Koné, si è recato a Kidal, città nel nord del Mali e bastione degli ex-ribelli del Coordinamento dei movimenti dell’Azawad (CMA).

Non è dato sapere di cosa abbiano discusso esattamente. Ma all’ordine del giorno deve esserci stata la (non) tenuta dell’Accordo di pace di Algeri del 2015. 

Il CMA continua a dichiarare che la giunta militare sta riducendo a lettera morta quell’intesa da cui sarebbero dovuti arrivare, tra i vari aspetti, una maggiore autonomia amministrativa della regione rispetto allo stato centrale. Per farsi ascoltare, ha di fatto impedito lo svolgimento del voto referendario del mese scorso nelle zone sotto il proprio controllo. 

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