Nigeria: il Biafra ostacolerà le elezioni? - Nigrizia
Nigeria Politica e Società
Nella notte del 3 gennaio, 4 agenti sono rimasti uccisi in un attentato ad Imo State, attribuito al gruppo dei separatisti del Biafra.
Nigeria: il Biafra ostacolerà le elezioni?
Sempre più critico il problema di insicurezza interna nel paese, mentre l'Ipob (Popolo indigeno del Biafra) nega ogni coinvolgimento negli attacchi.
04 Gennaio 2023
Articolo di Redazione
Tempo di lettura 3 minuti

È di martedì la notizia di un’autobomba esplosa ad Imo State, nel sud-est della Nigeria, dove quattro funzionari di sicurezza sono rimasti uccisi. L’attentato, rivolto contro l’ex funzionario governativo Ikedi Ohakim, rimasto illeso, si inserisce nella lunga scia di violenze pre-elettorali che sta colpendo il paese.  

Un episodio simile, con la morte di cinque soldati per mano di uomini armati, si era verificato verso le fine dello scorso settembre, nello stato sempre sudorientale di Anambra.  

Entrambi gli attacchi sono stati attribuiti ai separatisti del Biafra, così come a loro sono stati imputati altri atti violenti contro le sedi elettorali. Si tratta in realtà di un problema ampiamente diffuso in tutto il paese, e non solo riducibile al gruppo separatista del Popolo indigeno del Biafra (Ipob). Dal 2019, 50 uffici della commissione sono stati distrutti in 15 diversi stati, tra cui anche Imo State.  

Il clima con cui ci si avvicina a queste elezioni è teso in tutta la Nigeria. Ma la questione del Biafra merita particolare attenzione, in quanto tocca un tasto tuttora irrisolto e non indifferente per le dinamiche del paese.  

Il candidato alla presidenza Peter Obi, per esempio, è di etnia Igbo, l’etnia a cui appartengono i biafrani. Ma la sua candidatura non è stata apertamente sostenuta dai separatisti: il loro portavoce Emma Powerful, in un’intervista rilasciata pochi giorni fa a The Africa Report, ha dichiarato che l’Ipob non è interessato a sostenere un possibile presidente Igbo rispetto ad un altro, in quanto c’è l’aperta volontà di non avere nulla a che fare con quello che definisce un sistema marcio e corrotto, contro il quale l’unica soluzione richiesta è l’indipendenza. Questa distanza dal leader del partito laburista Obi è stata riprovata anche dall’accusa rivoltagli pubblicamente, secondo la quale Obi starebbe giocando un ruolo attivo nella prolungata detenzione di Nnamadi Kanu, il leader di Ipob, detenuto attualmente ad Abuja, presso la Direzione dei servizi statali. Una fonte autorevole di intelligence ha infatti rivelato che Obi potrebbe aver stretto un patto per garantire la permanenza di Kanu agli arresti fino a dopo le elezioni.  

 Powerful ha anche negato apertamente tutti legami di Ipob con gli attacchi terroristi, affermando che si tratta di atti compiuti da chi vuole screditare i movimenti separatisti. Nonostante non si sentano partecipi di queste elezioni, ha aggiunto, non hanno intenzione di ostacolarle.  

A dire il vero, lo stesso Ohakim, l’ex funzionario governativo scampato all’attentato nei giorni scorsi, ha dichiarato che ritiene improbabile che l’attacco sia avvenuto per mano dei separatisti. Ha affermato che si trattava di persone ben addestrate ed esperte, una descrizione a suo dire non compatibile con i membri del popolo indigeno del Biafra.  

I colpevoli, in ogni caso, non sono stati ancora trovati. La caccia all’uomo iniziata martedì non si è ancora conclusa, mentre la data delle elezioni, il 25 febbraio, si avvicina avvolta sempre più da una nube di timori per la condizione inarrestabile di insicurezza da cui è oppressa la Nigeria.  (AB)

Copyright © Nigrizia - Per la riproduzione integrale o parziale di questo articolo contattare previamente la redazione: redazione@nigrizia.it