Regno Unito-Rwanda: i veri costi dell'accordo - Nigrizia
Migrazioni Politica e Società Rwanda
Un rapporto dell'organismo di controllo Whitehall rivela che il piano quinquennale costerebbe almeno 1,8 milioni di sterline per ciascun richiedente asilo
Regno Unito-Rwanda: i veri costi dell’accordo
01 Marzo 2024
Articolo di Redazione
Tempo di lettura 3 minuti

Un rapporto rilasciato dall’organismo di controllo della spesa di Whitehall ha sollevato interrogativi sul costo del piano di Rishi Sunak di deportare richiedenti asilo nel Rwanda.

Secondo il rapporto, il costo stimato per il Regno Unito per ciascuna delle prime 300 persone che il governo intende deportare a Kigali si aggira attorno a 1,8 milioni di sterline, con un costo totale del progetto che supera i 500 milioni di sterline.

Queste cifre esplosive emergono dopo quasi tre anni di segretezza e mancanza di trasparenza da parte dei funzionari governativi riguardo ai costi totali dell’accordo con il Rwanda, citando la “riservatezza commerciale” come scusa.

Diana Johnson, presidente del comitato ristretto per gli affari interni, ha espresso shock per le rivelazioni e ha sollevato serie preoccupazioni sulla mancanza di chiarezza da parte del governo.

Il rapporto sottolinea che il Ministero degli Interni ha concordato di effettuare pagamenti diretti al governo rwandese per sostenere l’accordo. Il Regno Unito pagherà al Fondo per la trasformazione economica e l’integrazione (ETIF) per sostenere la crescita economica in Rwanda e coprirà anche i costi operativi e di elaborazione dell’asilo per le persone trasferite.

Nessuno, per il momento, è stato spedito il Rwanda. I dubbi sull’effettiva realizzazione su questo piano sono sempre più diffusi. Tuttavia, anche qualora non dovesse mai realizzarsi, Sunak ha firmato per pagare 370 milioni di sterline dalle casse pubbliche nel corso dell’accordo quinquennale.

Il governo ha ribattuto che i costi della gestione interna del fenomeno sono molto più alti. Nel Regno Unito, l’accoglienza funziona in modo molto diverso rispetto all’Italia. Non sono previste strutture equiparabili ai centri d’accoglienza italiani, con la conseguenza che i costi sono nettamente più elevati.

La mancanza di un sistema apposito fa sì che i richiedenti asilo vengano ospitati temporaneamente negli alberghi. Secondo il ministero degli Interni, il costo medio per notte per fornire queste sistemazioni temporanee ai richiedenti asilo è di 140 sterline, senza includere i costi per i servizi locali. Ciò significa che il costo totale a richiedente asilo in 5 anni sarebbe di 150mila sterline.

Il rapporto ha suscitato critiche bipartisan, con Yvette Cooper, ministro ombra degli Interni, che ha definito il piano uno “scandalo nazionale” e ha chiesto che il cancelliere Sunak renda conto di questo fiasco. Tuttavia, il governo difende il piano come una “soluzione coraggiosa e a lungo termine”, sostenendo che agire è essenziale per fermare la migrazione illegale e la tratta di esseri umani.

Con l’opposizione sempre più forte e le cifre dei costi in crescita, il destino del piano di deportazione nel Ruanda rimane incerto. Resta da vedere se il governo britannico continuerà a sostenere un accordo così controverso, soprattutto alla luce delle crescenti pressioni finanziarie e dell’opposizione politica. 

L’esperienza del Regno Unito, ad ogni modo, non fa scuola: l’Italia si avvia a seguire le sue orme con il patto Italia-Albania, anche questo con costi esorbitanti, notevoli violazioni dei diritti umani e nessun risultato concreto. 

Copyright © Nigrizia - Per la riproduzione integrale o parziale di questo articolo contattare previamente la redazione: redazione@nigrizia.it