Rwanda: o stai con Kagame o muori - Nigrizia
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Rapporto di Human Rights Watch
Rwanda: o stai con Kagame o muori
10 Ottobre 2023
Articolo di Redazione
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Paul Kagame, presidente del Rwanda

Unisciti a noi o muori: la repressione extraterritoriale del Rwanda”, è il rapporto l’ennesimo sul regime di Paul Kagame, che Human Rights Watch (HRW) ha pubblicato oggi. Documenta le operazioni ad ampio raggio attuate dal governo rwandese per far tacere ogni forma di dissenso all’estero.

Si tratta di 150 testimonianze di rwandesi che vivono in patria o all’estero. Raccolte a partire dal 2017, raccontano di 14 omicidi o tentati omicidi, rapimenti, sparizioni forzate e di aggressioni fisiche.

E, oltre alle violenze fisiche, i dissidenti hanno subìto il congelamento dei beni finanziari, molestie giudiziarie, minacce on line, campagne di disinformazione e azioni di pirateria informatica.

La portavoce del governo rwandese, Yolande Makolo, non si scompone: «Human Rights Watch continua a dipingere un’immagine falsa del Rwanda, immagine che esiste solo nell’immaginazione dell’organizzazione non governativa».

In effetti sono decenni che HRW denuncia i misfatti di Kagame, al potere dal 1994 – subito dopo il genocidio che costò la vita ad almeno 500mila rwandesi, in maggioranza tutsi e anche hutu moderati – e candidato alle presidenziali del 2024 per un quarto mandato consecutivo.

La linea scelta da Kagame consiste nella piena adesione dei rwandesi al suo progetto di modernizzazione del paese. Chi si scosta da questo principio e tira in ballo problemi di agibilità politica e, dunque, tenta di esercitare il dissenso rischia grosso.

HRW sottolinea che il regime di Kagame per tenere tutto sotto controllo si muove con una «logica implacabile». Ma, anche se altri rapporti di istituzioni internazionali o di associazioni private hanno cercato di far vedere questo volto del Rwanda, nel consesso internazionale non si dà troppo peso alle denunce.

Human Rights Watch afferma che la comunità internazionale preferisce «distogliere lo sguardo». E chiama in causa anche le Nazioni Unite. Che avrebbero un approccio morbido al sistema-Kagame perché il Rwanda è uno dei principali fornitori di caschi blu (6.500) alle missioni di pace dell’Onu in Africa: Centrafrica, Mali, Repubblica democratica del Congo, Sudan e Sud Sudan.

Un plauso al rapporto di HRW arriva dall’oppositrice storica Victoire Ingabire, presidente delle Forze democratiche unificate, che ha conosciuto la prigione e angherie di ogni sorta: «Sosteniamo il rapporto perché dimostra che ciò che anche noi denunciamo ha senso».

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