
Sudan
Il governo provvisorio del Sudan ha messo al bando due giornali e due emittenti televisive, accusate di aver ricevuto finanziamenti dal governo dell’ex presidente Omar El-Bashir, destituito lo scorso aprile dopo tre mesi di massicce proteste popolari.
La decisione è stata presa da un comitato incaricato dall’autorità di transizione di smantellare le istituzioni legate a El-Bashir e al suo Partito del Congresso Nazionale, che è stato sciolto.
Il divieto riguarda i quotidiani Al-Sudani e Al-Ray Al-Am e i canali satellitari Ashrooq e Teeba insieme alle loro società madri. Ieri sera, i canali Ashrooq e Teeba hanno smesso di trasmettere.
Diaa al-Din Belal, caporedattore di Al-Sudani, ha negato di aver ricevuto fondi dal governo di El-Bashir. «Operiamo sotto una società privata e non abbiamo ricevuto fondi da un partito o da un’autorità governativa», ha detto all’agenzia France Presse.
Il Sudan è attualmente governato da un organo composto da civili e militari nato da un accordo di condivisione del potere firmato ad agosto dai leader della protesta e dai generali che hanno deposto il presidente.
A dicembre, El-Bashir è stato condannato a due anni di reclusione per corruzione. È stato accusato di aver ricevuto illecitamente milioni di dollari dall’Arabia Saudita. (AFP)