Sudan: le forze a sostegno dell’esercito organizzano la transizione
Conflitti e Terrorismo Sudan
Il documento sottoscritto da 48 movimenti politici, civili e militari traccia una road-map per il periodo post bellico
Sudan: le forze a sostegno dell’esercito firmano una carta sulla transizione
10 Maggio 2024
Articolo di Redazione
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(Credit: Sudan Tribune)

Mentre la guerra civile in Sudan sta per entrare nel suo 14esimo mese, dal Cairo arriva la notizia della firma, l’8 maggio scorso, di un accordo sottoscritto da 48 gruppi politici e civili schierati a sostegno dell’esercito (SAF).

La carta, intitolata The Understanding Framework Vision for Managing the Transitional Founding Period, traccia una road-map per l’avvio di un dialogo intra-sudanese per determinare la forma e il sistema di governo del paese, stabilendo un periodo di transizione della durata di tre anni.

Il documento – che sembra contrapporsi a quello messo in campo dalla coalizione delle forze pro-democrazia Tagadum guidata dall’ex primo ministro Abdallah Hamdok, la cosiddetta Dichiarazione di Addis Abeba – delinea alcuni obiettivi primari.

Primi tra tutti, ovviamente, arrivare alla cessazione delle ostilità e all’avvio di un dialogo politico, obiettivi in linea con le recenti dichiarazioni del capo della giunta militare al potere, Abdel Fattah al-Burhan, che ha ribadito il suo rifiuto ad avviare qualsiasi dialogo politico prima della resa del nemico, i paramilitari Forze di supporto rapido (RSF).

Solo successivamente – e questi sono gli altri punti chiave del documento – si potrà stabilire un periodo di governo transitorio per traghettare il paese verso le elezioni e intraprendere riforme per ricostruire l’apparato statale e garantire sicurezza e stabilità.

Per questo si prevede tra l’altro la convocazione di una conferenza costituzionale che discuta questioni relative al sistema e alla forma di governo, all’identità, al contratto sociale e a una costituzione permanente da approvare attraverso un referendum.

Per il periodo di transizione il documento, riporta il quotidiano Sudan Tribune, propone la formazione di un governo apartitico e di un Consiglio Sovrano composto da 7 membri, militari e civili. Un “comitato di 11 stimate personalità nazionali”, istituito ad hoc, dovrebbe “nominare tre candidati per la carica di primo ministro” che sarà scelto dal Consiglio Sovrano.

La Carta propone inoltre l’istituzione di un altro comitato, questa volta composto da 15 membri scelti tra i partecipanti al dialogo, che nominerà i membri di “un Consiglio legislativo di transizione che sarà composto da 300 rappresentanti delle forze politiche e civili, dell’amministrazione civile, del clero, delle donne e dei giovani”.

Sul fronte politico i firmatari includono il capo del blocco democratico delle Forze per la libertà e il cambiamento (FFC) e vicecapo del partito Unionista Democratico Jaafar al-Mirghani, il leader dell’Umma Party Mubarak al-Fadil al-Mahdi e quello del blocco del Movimento Nazionale al-Tijani al-Sisi.

Tra le formazioni armate spiccano invece i vertici dei due principali gruppi armati attivi in sostegno all’esercito in Darfur: il Movimento di Liberazione del Sudan (SLM-MM) Minni Minawi e il Movimento Giustizia e Uguaglianza (JEM) Gibril Ibrahim.

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