Togo: giornalisti nel mirino di Pegasus, lo spyware israeliano
Togo
Infettati i telefoni di due giornalisti, già perseguiti penalmente per il loro lavoro contro il governo. Non è il primo caso scoperto nel paese
Togo: giornalisti nel mirino di Pegasus, lo spyware israeliano
25 Gennaio 2024
Articolo di Redazione
Tempo di lettura 3 minuti

Un nuovo allarme dalla libertà di stampa in Africa: due giornalisti togolesi, Loïc Lawson e Anani Sossou, sono finiti nel mirino dello spyware Pegasus, sviluppato dalla società israeliana NSO Group. A denunciarlo il Comitato per la Protezione dei Giornalisti (CPJ) e Reporter Senza Frontiere, dopo la conferma da parte di Amnesty International. La scoperta è stata fatta sui loro telefoni, che sarebbero stati infettati da Pegasus nel 2021. Si tratta di una tecnologia che consente di prendere il controllo di uno smartphone senza il consenso dell’utente. Una gravissima minaccia per il giornalismo e la libertà di stampa in tutto il mondo.

Loïc Lawson, editore del quotidiano Flambeau des Démocrates, e Anani Sossou, giornalista freelance con contributi su L-Post e New World TV, sono attualmente perseguiti penalmente per il loro lavoro. Lo scorso novembre sono stati arrestati e poi rilasciati con l’accusa di diffondere notizie false, aver tentanto di ledere l’onore di un ministro e incitamento alla rivolta. Il CPJ ha evidenziato come l’arresto e il processo siano legati alle denunce del ministro della Pianificazione Urbana riguardo ai post dei giornalisti sui presunti illeciti finanziari.

Angela Quintal, coordinatrice del programma Africa del CPJ, ha dichiarato: “Il fatto che Lawson e Sossou siano stati presi di mira da Pegasus rende ancora più tangibile la paura della sorveglianza avvertita da molti giornalisti in Togo. È imperativo una moratoria immediata sull’uso di questa tecnologia.” 

E a quanto pare non è affatto la prima infiltrazione di Pegasus in Togo.

Sempre nel 2021, altri tre giornalisti togolesi, Ferdinand Ayité, Luc Abaki e Komlanvi Ketohou, sono stati identificati nell’elenco di numeri selezionati da Pegasus, anche se l’uso dello spyware non è stato confermato. 

Il Citizen Lab, gruppo di ricerca dell’Università di Toronto, aveva già rivelato nel 2019 che membri della società civile togolese, incluso il clero, erano stati bersagliati da Pegasus. Secondo quanto dichiarato dal CPJ, il governo del Togo ha rifiutato di rilasciare dichiarazioni e di rispondere alle loro domande in merito. 

Che la libertà di stampa africana non goda di ottima salute non è una novità. Nonostante sia importante fare un distinguo tra stato a stato (l’Italia per esempio ha un punteggio più basso di Sudafrica, Seychelles e Namibia), negli ultimi anni il CPJ ha più volte denunciato un progressivo peggioramento delle condizioni di sicurezza, con 47 giornalisti attualmente dietro le sbarre in 12 paesi dell’Africa subsahariana, di cui 16 in Eritrea, 8 in Etiopia e 6 in Camerun. 

Nel 2023, quasi la metà dei paesi del continente ha visto diminuire il proprio punteggio nella classifica stilata annualmente da Reporter Senza Frontiere. Il Togo, pur non essere tra i peggiori, è sceso di 30 posizioni rispetto allo scorso anno.  (AB)

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