Patto Italia-Albania: mons. Perego: «Soldi buttati in mare»
Chiesa e Missione Migrazioni
La CEI con Migrantes si oppone all’accordo sui migranti approvato dal Senato
Patto Italia-Albania: mons. Perego: «Soldi buttati in mare»
16 Febbraio 2024
Articolo di Redazione
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Mons. Gian Carlo Perego

«673 milioni di euro in dieci anni in fumo per l’incapacità di costruire un sistema di accoglienza diffusa del nostro paese, al 16° posto in Europa nell’accoglienza dei richiedenti asilo rispetto al numero degli abitanti», non usa giri di parole monsignor Gian Carlo Perego, presidente della Commissione per le migrazioni della CEI e di Fondazione Migrantes. «Soldi buttati in mare».

Dopo il via libera alla Camera, è stato approvato ieri in Senato il decreto legge di ratifica del Protocollo Italia-Albania. 93 i voti favorevoli, 61 quelli contrari. Il discusso accordo, che dovrebbe durare dieci anni, prevede la costruzione di due centri, uno di identificazione delle persone migranti, che sorgerà nell’entroterra per “accogliere” fino a un massimo di 3mila persone, e uno più piccolo, di primo approdo, nel porto di Shengjin, dove far attraccare le navi italiane di marina e guardia di finanza, non dunque le ong.

Dalla primavera del 2024, i migranti messi in salvo nel Mediterraneo dalle navi italiane – come quelle di Marina e Guardia di finanza, non delle ong – saranno dunque trasferiti in Albania. Ma, subito dopo il via libera è il presidente di Migrantes a bocciare l’accordo, in una nota diffusa nel tardo pomeriggio di ieri in cui sottolinea che l’urgenza non siano i respingimenti ma «tutelare gli ultimi della terra» e gestire un fenomeno complesso e strutturale come è quello delle migrazioni.

Una realtà «che continua a crescere di anno in anno, anche a causa di politiche economiche che certamente non favoriscono – fatta eccezione per alcune briciole – lo sviluppo dei paesi al di là del Mediterraneo».

Per il presidente occorre investire in accoglienza e non in politiche «per gli armamenti, cresciute del 3,7%, rispetto all’anno precedente, che hanno raggiunto nel mondo la cifra record di 2.240 miliardi di dollari (il livello più alto mai registrato secondo il SIPRI), e quelle per finanziare conflitti nel mondo. Sono 56 gli Stati che nel solo 2022 si trovavano in situazioni di conflitto armato, 5 in più dell’anno precedente, piuttosto che a costruire pace».

Il governo cerca di minimizzare dicendo che a parlare è Migrantes e non la CEI, la Conferenza episcopale italiana, di cui di fatto però Migrantes è un organismo interno. Una costola che si occupa di immigrazioni all’interno della conferenza vescovile.

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