Somalia: rimosso dopo 31 anni l’embargo ONU sulle armi - Nigrizia
Conflitti e Terrorismo Somalia
Il paese del Corno d’Africa si apre al mercato degli armamenti militari. La Turchia in prima linea
Somalia: rimosso dopo 31 anni l’embargo ONU sulle armi
04 Dicembre 2023
Articolo di Redazione
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Carico di armi destinate alla Somalia del valore di 2 milioni di dollari sequestrate su un peschereccio al largo delle coste dell'Oman nel marzo 2016 (Credit: Marina australiana)

Dopo 31 anni il 1° dicembre scorso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha rimosso l’embargo sull’importazione di armi in Somalia.

La risoluzione, fortemente e a lungo chiesta dal presidente Hassan Mohamud, è stata approvata all’unanimità dai 15 membri del Consiglio, che contestualmente ha anche approvato una seconda risoluzione – anche questa presentata dal Regno Unito – che estende invece l’embargo sulle armi per il gruppo qaedista al-Shabaab e per quello legato allo Stato islamico.

L’embargo totale sulle consegne di armi al governo somalo e alle sue forze di sicurezza era stato imposto nel 1992, un anno dopo la caduta del dittatore Mohammed Siad Barre, lo scoppio della guerra civile e la frammentazione del paese su base clanica in territori in mano ai cosiddetti “signori della guerra”, e la successiva entrata in scena delle Corti Islamiche che nei primi anni 2000 presero il controllo di gran parte del paese, soppiantate poi da al-Shabaab.

Il divieto non ha comunque evitato il proliferare del mercato illegale delle armi di piccolo e medio calibro, che sono sempre entrate in gran numero in Somalia, provenienti per lo più dallo Yemen, e che ha alimentato prevalentemente il movimento jihadista.

Anche per questo Mohamud ne ha sempre chiesto con forza la rimozione, in particolare dopo l’avvio dell’offensiva militare contro i terroristi nella regione centrale del paese e l’inizio del ritiro delle forze della missione ONU-Unione Africana ATMIS, di supporto al fragile esercito somalo.

Una svolta storica, dunque, arrivata anche grazie al recente ingresso della Somalia nel blocco dei paesi membri della Comunità dell’Africa orientale (EAC).

Forniture militari, Turchia in pole position

Ora dunque, il paese del Corno d’Africa si apre al mercato in espansione di armamenti pesanti e di sistemi sorveglianza. Non a caso la prima nazione a felicitarsi pubblicamente per la decisione del Consiglio è stata la Turchia, solido partner del governo somalo e tra i più attivi produttori di armi del Medio Oriente, anche grazie alla sua costante espansione in Africa. Dove le vendite di armi – ricercatissimi i suoi droni – sono quintuplicate lo scorso anno.

Nella regione mediorientale è infatti Ankara che traina il mercato in questo comparto, rilevano i recenti dati del Stockholm International Peace Research (SIPRI). Un mercato che nel 2022 ha registrato un notevole aumento della domanda, di fronte alla quale i grandi produttori occidentali – Stati Uniti ed Europa – hanno avuto difficoltà a rispondere in tempi brevi.

Ad avvantaggiarsene sono state, appunto, le aziende del settore di Medio Oriente, Asia e Oceania che, grazie alla loro capacità di rispondere velocemente all’impennata di richieste, hanno visto i loro ricavi crescere in modo significativo lo scorso anno.

Le sette principali imprese produttrici del Medio Oriente, in particolare – fa notare ancora SIPRI -, hanno registrato il maggiore aumento percentuale dei ricavi legati alle armi (+10,7%) rispetto a qualsiasi altra regione (17,9 miliardi di dollari), aumento attribuito alle alte performance delle quattro aziende turche, che insieme hanno registrato un +21,7% (le altre tre, israeliane, si sono fermate a un +6,5%).

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