Accordo col Mozambico: Credit Suisse evita il processo per il “debito nascosto”
Economia Politica e Società
L'intesa raggiunta il giorno prima di un processo presso l'Alta corte di Londra per il caso di frode e corruzione da 1,5 miliardi
Accordo Mozambico-Credit Suisse: per la banca elvetica niente processo per il “debito nascosto”
Il patto è stato comunicato da UBS, nuovo proprietario dell'istituto elvetico. Resta la contesa fra il Mozambico e Privinvest. La società dell'affarista franco-libanese Iskandar Safa vuole portare il presidente Nyusi davanti ai giudici in veste di ex ministro della difesa
02 Ottobre 2023
Articolo di Brando Ricci
Tempo di lettura 4 minuti

Il governo del Mozambico e la banca di investimenti svizzera Credit Suisse hanno raggiunto un accordo extragiudiziario che eviterà all’istituto elvetico di andare davanti ai giudici di una corte britannica per il suo ruolo nel caso del cosiddetto “debito nascosto”, formula con cui ci si riferisce a un sistema di corruzione e malversazione di fondi da oltre 1,5 miliardi di dollari.

Lo scandalo, emerso nel 2016 per fatti avvenuti a partire dal 2013, ritenuto fra i più clamorosi della storia africana, portò alla sospensione degli aiuti a Maputo da parte della comunità internazionale e contribuì a un default sul debito sovrano del paese.

“Debito nascosto”

L’intesa fra il Mozambico e Credit Suisse, di cui non sono ancora stati rivelati i dettagli, è stata raggiunta il giorno prima dell’inizio del procedimento giudiziario presso l’Alta corte di Londra, previsto per oggi, ed è stata resa nota dalla nuova proprietaria della banca, il gruppo finanziario svizzero UBS che l’ha rilevata lo scorso marzo nell’ambito di un piano di salvataggio. “Le parti si sono reciprocamente sollevate da qualsiasi responsabilità e pretesa relativa alle loro transazioni – si legge in una nota di UBS – e sono liete di aver risolto questa controversia di lunga data”.

Lo scandalo del “debito nascosto”, noto anche col nome di “tuna bond”, nasce fra il 2013 e il 2014, quando le filiali britanniche dalla banca svizzera e dell’istituto russo VTB concedono prestiti da oltre due miliardi di dollari a tre neonate società mozambicane di proprietà statale senza alcun registro aziendale – Proindicus, Ematum e Mam – per una serie di acquisti dalla società navale Privinvest Shipbuilding, impresa di base a Dubai diretta dall’affarista franco-libanese Iskandar Safa.

Le transazioni dovevano servire in teoria ad acquisire mezzi per migliorare la flotta nazionale per la pesca del tonno e rafforzare la sorveglianza costiera.

Stop ai prestiti 

I prestiti ottenuti dalle tre imprese statali sono stati garantiti in segreto dal governo mozambicano, guidato all’epoca dal presidente Armando Guebuza, e non sono stati approvati dal parlamento come richiesto dalla legge mozambicana, né tantomeno resi pubblici. Nel 2016 il Fondo monetario internazionale (FMI) ha scoperto e rivelato l’esistenza di circa un miliardo di dollari di debiti mai comunicati e ha sospeso i prestiti al paese, così come hanno fatto la Banca mondiale e altri 14 governi.

Nel 2017 un audit indipendente ha reso noto che Maputo non ha mai chiarito l’utilizzo di almeno 500 milioni di dollari fra quelli prestati dalle banche svizzera e russa. Dall’indagine è oltre emerso che Privinvest ha gonfiato i contratti stipulati con Maputo di oltre 700 milioni di dollari e che Credit Suisse e VTB hanno incassato circa 200 milioni di dollari fra compensi e commissioni.

Secondo quanto riporta la stampa locale, il procuratore generale e il ministro dell’economia mozambicani hanno indetto per oggi una conferenza stampa sul caso.

Stando a quanto ipotizza il media mozambicano Carta de Moçambique, durante l’incontro con i giornalisti non verranno comunicate cifre, visto che l’accordo deve essere ancora trasmesso al giudice del caso, Robin Knowles. Stando a indiscrezioni trapelate sulla stampa internazionale, il patto dovrebbe includere la cancellazione di 100 milioni di dollari del debito contratto da Maputo con Credit Suisse.

Questa cifra si andrebbe ad aggiungere a un condono da 200 milioni di dollari per cui la banca svizzera si è già impegnata nell’ambito di un patteggiamento per il pagamento di multe da 475 milioni di dollari agli enti regolatori statunitensi, svizzeri e britannici. L’accordo, con il quale Credit Suisse si è dichiarata colpevole di frode, è stato raggiunto nell’ambito di un’indagine del dipartimento di stato di Washington.

Il Mozambico si concentrerà ora solo su Privinvest e sull’affarista franco-libanese che lo dirige, almeno per quanto riguarda il processo in corso in Gran Bretagna. Maputo richiede risarcimenti per le “perdite macroeconomiche” provocate dallo scandalo, oltre che l’annullamento di prestiti per un totale di oltre un miliardo di dollari.

Nyusi in gioco 

Venerdì la Corte di appello britannica ha concesso alla società libanese di fare appello contro l’immunità garantita il mese scorso al presidente Filipe Nyusi, ministro della difesa all’epoca dei fatti, accusato dalla società di Kafa di aver ricevuto personalmente almeno un milione di dollari di tangente.

Il processo mozambicano sul caso del “debito nascosto” è giunto a sentenza lo scorso dicembre e ha portato a condanne per 11 dei 19 imputati, fra i quali il figlio dell’ex presidente Ndambi Guebuza, punito con 12 anni di carcere.

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