All'Arena di Pace per rilanciare la rivoluzione ecologica di papa Francesco - Nigrizia
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Giuseppe De Marzo, coordinatore della Rete dei Numeri Pari che ha aderito all'iniziativa: «Occasione unica per i movimenti popolari»
All’Arena di Pace per rilanciare la rivoluzione ecologica di papa Francesco
«Nel 2016, grazie al Pontefice, avevamo inaugurato un nuovo tempo della storia. Ma la governance globale ha deciso di ignorarci. Mai come adesso urge riaprire quella fase»
15 Febbraio 2024
Articolo di Redazione
Tempo di lettura 5 minuti

L’Arena di Pace 2024 del prossimo 18 maggio come un’occasione unica per risintonizzarsi sul “nuovo tempo della storia” e il “nuovo paradigma” inclusivo, ecologico e sistemico che Papa Francesco e i movimenti popolari hanno inaugurato nel 2016, con il loro incontro in Vaticano. Ma che finora la governance globale ha deciso di ignorare.

È l’orizzonte di cui parla Giuseppe De Marzo – coordinatore della Rete dei Numeri Pari – che con questo video ci ha affidato la memoria, le aspirazioni e gli obiettivi della Rete in vista delle due giornate di maggio.

Le oltre 400 associazioni e organizzazioni sociali e di base impegnate contro disuguaglianze, povertà e mafie che animano la Rete in tutta Italia, hanno accettato di promuovere e partecipare all’Arena di pace 2024 e all’incontro del Pontefice con i movimenti popolari, momento fulcro di tutta la manifestazione. I movimenti si riuniranno nella città scaligera alla vigilia dell’iniziativa in arena, il 17 maggio, per una grande assemblea generale. Sarà l’occasione per fare il punto sui cinque ambiti in cui viene declinato il tema della pace: immigrazione, ecologia integrale e stili di vita; lavoro, economia e finanza; diritti e democrazia; disarmo.

Quanto avverrà a Verona non è da intendersi come un evento isolato. È il punto di arrivo di un percorso e l’inizio di un ben più lungo cammino verso un mondo di pace e uguaglianza. La Rete dei Numeri Pari accompagnerà questo viaggio con una serie di iniziative sui territori per costruire partecipazione e consapevolezza verso gli incontri di maggio. 

Gli incontri con i movimenti popolari 

De Marzo, economista ecologico, attivista e scrittore, ricostruisce la traiettoria che ha portato all’Arena partendo dall’incontro dei movimenti popolari con il Papa del 2016. Il terzo momento di confronto fra il Santo Padre e le realtà sociali dopo quello in Bolivia del 2015 e il primo di Roma, nel 2014. «Con quell’occasione il Papa ha introdotto un nuovo tempo nella storia sia nel merito che nel metodo”, afferma il coordinatore della Rete. «Nel merito perché con l’Enciclica Laudato Si’ e con l’incontro in Vaticano ci ha consentito di discutere le cause strutturali della crisi e del paradigma tecnocratico dell’Occidente. Nel metodo – prosegue – perché Francesco ha trattato i movimenti sociali in modo unico. “Avete l’odore della lotta” ci aveva detto, usando una parola che è ormai bandita dal vocabolario del dibattito pubblico nazionale».

La Laudato Si’, aggiunge De Marzo, «ha ribadito una volta di più, con il suo principio di ecologia integrale, che non si può essere sani in un mondo malato. Siamo tutti parte di relazioni inseparabili, al centro di reti di vite interconnesse. La giustizia ambientale – aggiunge – dipende da quella ambientale, che a sua volta discende da quella ecologica. Ovvero dalla capacità di riconoscere i diritti di ogni entità vivente, che non sono oggetti del nostro uso e consumo ma soggetti con fini propri».

Le Arene di pace nascono nel 1986 su impulso iniziale del movimento “Beati i costruttori di pace”. In nove edizioni hanno affrontato molti dei grandi temi di attualità degli ultimi tre decenni: dall’apartheid al disarmo, dalla guerra del Golfo ai diritti dei popoli nativi. La manifestazione di quest’anno rappresenta per De Marzo «un’occasione straordinaria. Siamo davanti a un bivio, per il mondo e anche per l’Italia nello specifico».

Il nostro paese infatti, «risente della complessa situazione globale e al contempo conosce una crisi forse unica in Europa. Sono aumentate le disuguaglianze, il tasso di dispersione scolastica è fra i più alti del continente, i numeri della povertà sono triplicati e a oggi sei milioni di persone vivono in una condizione di povertà assoluta». All’Arena di pace ci si ricongiunga dunque con quella «geografia della speranza che conosciamo bene. Papa Francesco ci fornisce un’opportunità per stare insieme, condividere le nostre agende sociali e lottare insieme per aiutare il paese a uscire dalla crisi in cui è sprofondato. E per rimettere al centro le relazioni inseparabili di cui siamo parte».

La Rete dei numeri pari 

La Rete dei Numeri Pari è nata nel 2016, raccogliendo idealmente il testimone dalla campagna Miseria Ladra e con l’iniziale sostegno del Gruppo Abele e di Libera, e ha come obiettivo il contrasto alla disuguaglianza sociale per una società più equa fondata sulla giustizia sociale e ambientale.

La Rete costruisce un’alleanza orizzontale di centinaia di organizzazioni (associazioni, cooperative sociali, movimenti per il diritto all’abitare, reti studentesche, centri antiviolenza, parrocchie, comitati di quartiere, campagne, circoli culturali, scuole pubbliche, biblioteche popolari, centri di ricerca, presidi antimafia, progetti di mutualismo sociale, spazi liberati, fabbriche recuperate, reti, fattorie sociali e cittadine e cittadini) diffuse in tutta Italia che condividono l’obiettivo di garantire diritti sociali e dignità a quei milioni di persone a cui sono stati negati, di cui promuove un coordinamento a partire da obiettivi condivisi.

Direttrici principali del lavoro della Rete sono mettere l’economia al servizio dei popoli, costruire la pace e la giustizia e difendere la Madre Terra. Principi da declinare in tanti aspetti della vita sociale, dalla lotta alla mafia e alle campagne per il diritto al reddito e all’abitare.

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