Botswana: nuovo accordo con De Beers per la vendita di diamanti
Botswana Economia
A Gaborone andrà il 30% delle pietre estratte in joint venture, quota che salirà fino al 50% nel 2033
Botswana: accordo raggiunto con De Beers per la vendita di diamanti
03 Luglio 2023
Articolo di Redazione
Tempo di lettura 3 minuti
Diamanti grezzi (Credit: De Beers Group)

Dopo un braccio di ferro durato mesi, il 30 giugno il governo del Botswana ha raggiunto un “accordo di principio”, per lui più vantaggioso, con il produttore di diamanti De Beers sulla vendita di pietre grezze.

L’intesa prevede che il paese africano, primo produttore al mondo per valore, aumenti gradualmente la quota di diamanti che ottiene dalla joint venture Debswana nel prossimo decennio.

A partire dall’avvio del nuovo contratto, non ancora in essere, la Okavango Diamond Co (ODC) di proprietà statale, riceverà il 30% delle pietre estratte da Debswana, quota che salirà fino a raggiungere il 50% nel 2033.

Il governo e il colosso diamantifero mondiale, di proprietà della Anglo American, hanno anche concordato di rinnovare la licenza mineraria di Debswana per altri 25 anni, fino al 2054.

Il nuovo accordo è considerato una vittoria per il presidente Mokgweetsi Masisi che più volte nei mesi scorsi aveva criticato la partnership con De Beers, in corso da 54 anni, affermando che il suo paese non si sarebbe tirato indietro sulle richieste di un’intesa più redditizia per Gaborone.

In base all’accordo precedente, il Botswana otteneva il 25% dei diamanti grezzi estratti nell’ambito della sua partnership con De Beers, a cui andava il rimanente 75%.

Per De Beers la partnership con il Botswana è vitale, dato che l’estrazione nel paese rappresenta circa il 70% della sua fornitura di diamanti grezzi, pari a 24 milioni di carati l’anno scorso.

Ma il settore è fondamentale anche per l’economia di Gaborone, dato che l’estrazione di diamanti rappresenta un terzo del prodotto interno lordo della nazione. Un introito che ha fatto del Botswana la sesta nazione con più ricchezza pro-capite dell’Africa.

Una ricchezza ottenuta anche sulla pelle delle antiche popolazioni dei Boscimani San, sfrattati dalle loro terre ancestrali nella Kalahari Game Reserve da una feroce campagna governativa iniziata negli anni ’80, poco dopo la scoperta di giacimenti diamantiferi.

Sullo sfondo ci sono le elezioni del 2024 e la determinazione di Masisi e del suo Partito democratico del Botswana (BDP) di mantenere il potere detenuto dall’indipendenza, nel 1966.  

In quest’ottica va letto anche il recente annuncio del presidente che ha affermato di voler sviluppare nel paese anche un’industria per il taglio e la lucidatura delle pietre preziose. E a marzo, il Botswana ha annunciato un intesa per l’acquisito di una partecipazione del 24% nella società belga di lavorazione delle gemme HB Antwerp.

Secondo il Financial Time, Masisi starebbe cercando un modo alternativo al potere della De Beers per commercializzare i suoi diamanti.

Il Botswana è secondo solo alla Russia nella produzione mondiale di diamanti. A giocare a suo favore sono anche le sanzioni imposte a Mosca che dal 2022 ha registrato un drastico calo delle vendite, che nel paese dell’Africa australe sono salite a livelli record per l’accresciuta richiesta da parte dei paesi occidentali.

 

Copyright © Nigrizia - Per la riproduzione integrale o parziale di questo articolo contattare previamente la redazione: redazione@nigrizia.it