Decolla il turismo in Africa - Nigrizia
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Tra le mete più ambite: Mauritius, Sudafrica, Botswana, Egitto, Kenya e Tanzania
Decolla il turismo in Africa
Dopo il crollo negli anni di pandemia il settore è in netta ripresa. Nel continente nel 2022 gli arrivi di turisti internazionali erano più che raddoppiati rispetto all’anno precedente. Con un ulteriore aumento del 58% nei primi cinque mesi del 2023
10 Agosto 2023
Articolo di Antonella Sinopoli
Tempo di lettura 4 minuti
Safari fotografico al Kruger National Park, in Sudafrica (Credit: Timbuktu Travel)

Se il settore del turismo in Africa aveva risentito non poco durante il periodo della pandemia, oggi si può parlare di una netta ripresa.

Nel 2019, secondo l’Organizzazione mondiale del turismo delle Nazioni Unite, l’Africa aveva ricevuto 71 milioni di arrivi turistici internazionali, pari al 5% della quota di mercato globale.

I paesi africani più visitati dai turisti europei in quell’anno erano stati Marocco, Egitto, Kenya, Sudafrica ed Etiopia.

Tuttavia, a livello globale, i blocchi, le restrizioni ai viaggi, i timori dei consumatori e le recessioni economiche avevano portato a una perdita di oltre 62 milioni di posti di lavoro e 4,5 trilioni di dollari in attività di viaggio e turismo.

Nel totale, il settore turistico africano aveva perso 87 miliardi di dollari.

Ma oggi le cose sono cambiate. A detta dell’UNWTO, già nel 2022 gli arrivi di turisti internazionali erano più che raddoppiati, rispetto all’anno precedente, in tutta l’Africa.

Rispetto al 2021 si era registrato un aumento del 51% .

In particolare, erano stati 17 i paesi della regione ad aver aumentato il loro indice di sviluppo dei viaggi e del turismo.

Tra questi i primi 5 erano stati: Mauritius, Sudafrica, Botswana, Kenya e Tanzania.

 Dunque, i viaggi verso i safari e il mare cristallino.

Ma come sta andando quest’anno?

Le Mauritius, arcipelago nell’Oceano indiano, rimangono al primo posto nelle preferenze di quei turisti che possono permettersi un certo lusso.

Negli ultimi mesi, il numero di visitatori ha avuto un incremento del 58% e le entrate turistiche sono aumentate di quasi il 70%: 779 milioni di dollari nei primi cinque mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2022.

In Sudafrica, invece, la prima metà del 2023 ha registrato oltre 4 milioni di arrivi.

Un aumento significativo rispetto ai 2,3 milioni di arrivi tra gennaio e giugno 2022.

 Sebbene l’attuale crescita dimostri segni di ripresa – come affermano gli addetti al settore – si opera ancora all’80% della capacità pre-pandemia.

La Tanzania, altro paese molto amato per la varietà dei suoi climi, panorami, cultura, sta lavorando per rimanere nella lista delle mete preferite dai visitatori stranieri. Anche se non sempre in modo etico, come nel caso dello sfratto delle comunità maasai dalle loro terre nel comprensorio del Serengeti, trasformate in un parco per la caccia grossa e il turismo di lusso.

Oltretutto, la terraferma compete con un’altra grande attrazione per i visitatori, l’isola di Zanzibar, facilmente raggiungibile in nave o aereo e che offre attrazioni che rimangono indimenticabili ai visitatori: spiagge incontaminate, barriere coralline, fattorie di spezie, siti storici e riserve naturali.

Altra meta privilegiata quest’anno è l’Egitto che, nella prima metà del 2023, ha accolto oltre 7 milioni di turisti, stabilendo un nuovo record e superando di gran lunga il numero dello scorso anno.

Prima della pandemia le previsioni degli analisti del settore erano molto incoraggianti, sebbene si facesse notare come molti paesi avessero bisogno di professionalizzare questo ramo dell’economia.

Si prevedeva, entro il 2030, che la spesa dei consumatori per turismo, ospitalità e attività ricreative in Africa avrebbe raggiunto circa 261,77 miliardi di dollari.

Vedremo se si riuscirà a riprendere il volo.

Nel frattempo c’è chi, come Ventures Africa, fa notare che i viaggi di massa in Africa possono avere implicazioni per le condizioni climatiche del continente.

“La rapida crescita della popolazione peggiora gli impatti dei cambiamenti climatici mettendo a dura prova le risorse ed esponendo più persone ai rischi legati al clima”.

Insomma, se aumenta la popolazione in un luogo, aumenta anche la domanda di risorse, portando a maggiori emissioni di gas serra e peggiorando gli impatti sui cambiamenti climatici.

Oltretutto, è risaputo che il turismo contribuisce per circa l’8% all’emissione di gas serra.

E così, se da una parte ci si rallegra, dall’altra si avanzano preoccupazioni.

Questo, in ogni caso, non sembra un argomento che fermerà chi negli anni precedenti è rimasto fermo e ora ha voglia di rimettersi in viaggio.

Meta, un paese del continente africano.

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