Francia-Sahel: porte in faccia alla cultura - Nigrizia
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Parigi sospende i progetti con Mali, Burkina Faso e Niger
Francia-Sahel: porte in faccia alla cultura
Una lettera degli artisti e delle imprese culturali contesta la decisione: «Il contrario di ciò che va fatto»
15 Settembre 2023
Articolo di Redazione
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(Le Monde)
Rima Abdul-Malak. ministra della cultura

In Francia il governo e il mondo della cultura si dividono sulla politica dell’Eliseo nel Sahel.

All’origine delle tensioni una direttiva partita ieri dalla Direzione regionale degli affari culturali (Drac), su invito del ministero degli esteri, che richiede alle principali organizzazioni di rappresentanza del comparto della cultura di «sospendere, fino a nuovo avviso e senza indugio e alcuna eccezione, ogni cooperazione con Mali, Niger e Burkina Faso».

Il provvedimento fa riferimento a «tutti i progetti di cooperazione» realizzati con realtà provenienti dai tre paesi, «ogni sostegno finanziario», nonché «qualsiasi invito a cittadini di questi paesi».

Il documento è da leggersi nel contesto delle tensioni fra Parigi e i governi militari dei paesi saheliani, tutti saliti al potere con un golpe fra l’agosto 2020 e lo scorso luglio e tutti impegnati in una politica di allontanamento dalla Francia, ex potenzia coloniale.

Nell’ultimo anno Bamako e Ouagadougou hanno già chiesto e ottenuto il ritiro dei soldati transalpini dal paese mentre a distanza di circa un mese e mezzo dal colpo di stato colloqui in questo senso sono stati annunciati da Niamey e Parigi.

Proteste

Il documento trasmesso dalla Drac è stato accolto dalle proteste dell’Unione nazionale imprese artistiche e culturali (Syndeac), organo di rappresentanza delle realtà culturali sovvenzionate dallo stato.

In un comunicato stampa rilasciato ieri, l’ente definisce «il totale divieto» imposto alle relazioni con le tre realtà saheliane «un errore politico e proprio il contrario di ciò che si dovrebbe fare». Secondo gli esponenti del Syndeac infatti, «questa politica di divieto di circolazione degli artisti e delle loro opere non è mai prevalsa in nessun’altra crisi internazionale, dalla più recente con la Russia, a quella più antica e duratura, con la Cina». Da qui l’appello all’organizzazione per un «incontro immediato con la segreteria generale del ministero della cultura affinché le ragioni dei professionisti siano ascoltate».

Dice la ministra

La ministra della cultura Rima Abdul-Malak risponde oggi ai microfoni dell’emittente radiofonica Rtl, affermando che la misura non è né un «boicottaggio» né una «rappresaglia». La dirigente dell’esecutivo del presidente Emmanuel Macron specifica inoltre «che tutti gli artisti che hanno già il visto e che hanno in programma tournée o spettacoli, potranno venire come previsto» e che l’ordinanza riguarda «nuovi progetti di cooperazione da avviare». Questi ultimi inoltre «richiederebbero l’emissione di visti» e al momento la Francia «non dispone di un servizio visti in Mali, Niger e Burkina Faso per ragioni di sicurezza».

Il provvedimento, la cui notizia è stata rilanciata anche dai media saheliani, provoca proteste anche sui social. La misura, fanno notare inoltre diverse testate di settore, arriva a meno di una settimana dalla Giornata internazionale della francofonia e dall’inizio di diverse iniziative culturali a tema.

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