Ghana: approvata dal parlamento la legge anti-LGBT+ - Nigrizia
Ghana Pace e Diritti Politica e Società
Una delle normative più severe in Africa contro la comunità omosessuale attende la firma del capo dello stato
Ghana: approvata dal parlamento la legge anti-LGBT+
Una legge fortemente sostenuta dall'ex presidente John Mahama, da cristiani, musulmani, leader tradizionali e chiese evangeliche, e accolta con favore da gran parte della popolazione, che arriva alla vigilia delle elezioni generali di dicembre
29 Febbraio 2024
Articolo di Antonella Sinopoli (da Accra)
Tempo di lettura 4 minuti

Una legge controversa e che qualcuno ha definito “politica” ancor più che legata a presupposti “valori della famiglia africana”. L’approvazione da pare del parlamento ghanese della legge “anti-gay” era di fatto scontata vista la forte coalizione formatasi in questi anni che comprende esponenti religiosi delle diverse confessioni – cristiane e musulmane – e chiese presenti nel paese, e gran parte del mondo politico.

Ora rischia il carcere – da tre a cinque anni – chiunque sia considerato omosessuale, lo manifesti apertamente o faccia “propaganda” dei diritti LGBTQ+ o raccolta fondi per la causa.

In realtà manca ancora la firma del presidente Nana Akufo-Addo, e se alcuni osservatori ritengono difficile che questo accada in vista delle elezioni generali del prossimo dicembre, altri dicono esattamente il contrario.

In realtà il Ghana ha già una legge che punisce l’omosessualità – ed è un lascito del dominio britannico – ma negli anni non è stata applicata.

Il 2021 è stato una sorta di anno di svolta per il movimento LGBTQ+ nel paese che con orgoglio e determinazione aveva cominciato a farsi notare e pretendere rispetto e diritti.

Un orgoglio manifestato anche con azioni concrete, come l’apertura del primo centro di sostegno psicologico e legale per la comunità gay alla periferia della capitale Accra.

La reazione non si era fatta attendere, con il vero e proprio saccheggio del centro da parte delle forze dell’ordine (e a chiederne la chiusura immediata era stata in maniera decisa la Conferenza dei vescovi della Chiesa cattolica ghanese) e numerosi arresti.

Ma tanto accanimento – e ricordiamo che questa se dovesse essere convalidata dal capo dello stato sarà una delle leggi più dure del genere in Africa – non è solo di natura “morale”.

Secondo Audrey Gadzekp, presidente del consiglio di amministrazione del Centro per lo sviluppo democratico (CDD-Ghana), la legge anti-gay è stata approvata per ragioni politiche. La questione è abbastanza contorta ma non incomprensibile a livello interno.

Il sostegno alla legge anti-gay arriva anche dall’ex presidente John Mahama, nuovamente candidato per l’NDC (National Democratic Congress) per le prossime presidenziali.

Nel paese, negli anni scorsi si era molto chiacchierato dell’amicizia (o presunta tale) con lo statunitense Andrew Solomon, uno dei maggiori attivisti dei diritti dei gay che lo avrebbe sostenuto finanziariamente con la promessa di appoggiare appunto una campagna a difesa di questi diritti nel paese. Le elezioni del 2022 le vinse poi Akufo-Addo.

Nel frattempo il paese, con le campagne d’odio e la pressante advocacy a favore della legge anti-gay esercitata a partire dal 2015 dal parlamentare Samuel George – che oggi invita il presidente Akufo-Addo a firmare la legge quanto prima -, aveva già preso una certa piega.

Negli anni i cittadini – complici anche i rappresentanti religiosi e gli innumerevoli pastori improvvisati che operano in questo paese – hanno intensificato la loro avversione e ostilità verso i gay e nel 2021 un sondaggio di Afrobarometer rivelava che solo una persona su 10, il 7% della popolazione, si diceva tollerante nei confronti di relazioni tra persone dello stesso sesso.

«In mezzo c’è la politica» insiste Audrey Gadzekp, secondo la quale «si sta camminando sui corpi di persone vulnerabili». La coalizione per i diritti umani e “big 18” del Ghana si è rivolta al presidente, ricordandogli che il disegno di legge recentemente approvato viola i diritti umani fondamentali riconosciuti anche nella Costituzione del 1992.

“In un colpo solo – si legge in una nota – questo disegno di legge cerca di violare, tra gli altri, i diritti alla dignità, alla libertà di parola, libertà di associazione, di partecipare a cortei; ma anche la libertà accademica, i principi di uguaglianza e di non discriminazione”.

Diritti e libertà, ricordano gli attivisti, che costituiscono il fondamento di qualsiasi democrazia costituzionale. Per questo motivo “qualsiasi tentativo di modificarli costituirà un pericoloso precedente per la nostra democrazia e dovrà essere di grande preoccupazione per tutti i ghanesi”. Ora la parola passa al presidente.

E intanto una nuova campagna elettorale si giocherà sulla pelle di una minoranza la cui consapevolezza e forza negli anni è andata crescendo a dispetto, o forse proprio grazie, di quella che è diventata una persecuzione.

In questo senso va anche la dichiarazione di Volker Türk, Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, che ha espresso profondo allarme per questa legge e invita Akufo-Addo a non darvi seguito.

Copyright © Nigrizia - Per la riproduzione integrale o parziale di questo articolo contattare previamente la redazione: redazione@nigrizia.it