Justin Welby: legge britannica su immigrazione «moralmente inaccettabile»
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Duro intervento del capo della Chiesa anglicana alla Camera dei Lord
Justin Welby: la legge britannica sull’immigrazione illegale è «moralmente inaccettabile»
11 Maggio 2023
Articolo di Redazione
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«Questo disegno di legge non ha alcuna prospettiva di lungo termine e ignora la natura globale della sfida migratoria che il mondo deve affrontare. Ignora il fatto che non si può affrontare questo fenomeno come se il nostro paese non fosse correlato al resto del mondo». Queste le parole di Justin Welby, l’arcivescovo anglicano di Canterbury, pronunciate ieri davanti alla Camera dei Lord inglese.

Welby ha definito «moralmente inaccettabile» l’Illegal Migration Bill, la legge che propone di arrestare e rinviare al paese d’origine o in Rwanda chi attraversa lo stretto della Manica su piccole imbarcazioni rischiando la vita.

L’arcivescovo ha aggiunto che il disegno di legge non mostra alcun impegno volto ad affrontare le radici alla base delle migrazioni di massa, comprese le guerre e i cambiamenti climatici. «È una legislazione isolazionista, moralmente inaccettabile e politicamente poco pratica», ha insistito il prelato.

Il disegno di legge, alla sua seconda lettura, include tra l’altro disposizioni che limiterebbero la capacità della Corte europea dei diritti umani (Echr) di prevenire la deportazione dei richiedenti asilo.

«Questo disegno di legge – ha insistito l’arcivescovo – non offre una visione strategica delle sfide delle migrazioni e mina la cooperazione internazionale, piuttosto che cogliere l’occasione per il Regno Unito di mostrare la propria leadership».

Sono 5.652 i migranti che finora hanno attraversato il canale nel 2023. Aprile è stato il periodo più trafficato per le piccole barche, con 1.850 arrivi.

Per far fronte al loro crescente numero il governo prevede di utilizzare campi militari in disuso e sta predisponendo un’enorme chiatta da piazzare nel mare, trasformandola in un centro di alloggio temporaneo.

Welby, pur non proponendo di affossare totalmente la proposta di legge, ha insistito sulla necessità di rivederla radicalmente, anche perché «rischia di procurare un grande danno agli interessi e alla reputazione del paese, sia internamente che all’estero».

«I nostri interessi come nazione – ha aggiunto – sono strettamente legati alla nostra buona reputazione nel promuovere la giustizia e lo stato di diritto, alla nostra moderazione e alla nostra peculiare attenzione nel legiferare. Ma in questa legge nulla è presente di tutto ciò».

«Abbiamo bisogno di un disegno di legge per riformare la migrazione. Abbiamo bisogno di un disegno di legge per fermare le barche. Abbiamo bisogno di un disegno di legge per distruggere la tribù malvagia dei trafficanti. La tragedia è che quello in discussione non è quel disegno di legge».

La replica di vari parlamentari conservatori è stata naturalmente molto negativa, fino ad accusare, in modo pretestuoso, il prelato, di non considerare la sofferenza e la tragedia di padri e madri che vedono i propri figli morire nel tentativo di attraversare lo stretto.   

L’arcivescovo, in un discorso ai Lord l’anno scorso, aveva messo in guardia contro la «retorica dannosa» che tratta quelli che sono arrivati nel Regno Unito come «invasori». In precedenza aveva chiesto un sistema migliore basato su «compassione, giustizia e cooperazione attraverso le frontiere».

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