Kenya: conclusa a Nairobi la sesta assemblea ONU sull’ambiente
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Per molti dei temi in discussione sono state concordate risoluzioni finali
Kenya: conclusa a Nairobi la sesta assemblea ONU sull’ambiente
Al summit biennale l’arduo compito di impostare le priorità per le politiche globali e finalizzare proposte per leggi internazionali in materia ambientale. Unanimi i richiami ad azioni multilaterali efficaci, inclusive e sostenibili per affrontare le crescenti sfide legate ai cambiamenti climatici, alla perdita di biodiversità e all’inquinamento
05 Marzo 2024
Articolo di Bruna Sironi (da Nairobi)
Tempo di lettura 4 minuti

La scorsa settimana Nairobi è stata di nuovo al centro del dibattito globale sulla crisi climatica. Dal 26 febbraio al 1 marzo, infatti, vi si è svolta la sesta assemblea delle Nazioni Unite per l’ambiente, UNEA 6.

UNEA, cui aderiscono 193 paesi, è l’istituzione deputata a prendere decisioni per affrontare le sfide ambientali dei nostri giorni. L’assemblea è un appuntamento organizzato a Nairobi ogni due anni dall’agenzia dell’ONU per l’ambiente (UNEP) che ha sede proprio nella capitale kenyana.

Il suo scopo è quello di contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030, impostando le priorità per le politiche globali in materia di ambiente e mettendo a punto proposte per leggi internazionali riguardanti il settore. Un compito davvero arduo, considerando che sono rimasti solo sei anni di lavoro e in molti casi gli obiettivi sembrano allontanarsi invece che avvicinarsi.

Ai lavori si sono registrati più di 7 mila delegati e 170 ministri, in genere con deleghe alla protezione dell’ambiente e a questioni collegate, in rappresentanza di 182 paesi. Vi hanno partecipato anche il presidente del Kenya William Ruto e diversi capi di stato e di governo. Tra gli altri, i presidenti di Gibuti, della Somalia, del Botswana e i primi ministri di Etiopia e Haiti.

Numerosi anche i rappresentanti dei gruppi ambientalisti della società civile, del mondo degli affari interessato ai temi in discussione e funzionari delle agenzie dell’ONU e di altre organizzazioni internazionali.

Nairobi hub africano e mondiale per l’ambiente

Lo scorso settembre la capitale kenyana ha ospitato anche la settimana e il summit africani (ACS 23) in preparazione della conferenza sul clima (COP 28) che si sarebbe tenuta nella prima metà di dicembre a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti.

Il collegamento tra i due appuntamenti è stato sottolineato nell’informazione diffusa dal ministero kenyano per l’ambiente: UNEA 6 intende costruire sui risultati del Summit africano per il clima dell’anno scorso titola un articolo firmato dalla ministra competente, Soipan Tuya, pubblicato il 26 febbraio dal Daily Nation, il più diffuso giornale del paese.

Vi si cita l’atto finale, la Dichiarazione di Nairobi, come il documento di riferimento per le aspirazioni del continente in materia. È da ricordare, però, che la dichiarazione, pur rappresentando un passo avanti per il continente che si presenta ora unito, almeno formalmente, davanti alle sfide ambientali globali, è stata considerata non adeguata dalle organizzazioni ambientaliste della società civile che hanno promosso una dichiarazione alternativa.

Il sesto appuntamento dell’Assemblea, UNEA 6 appunto, si è svolto nel quadro di riferimento delineato dal tema generale: Azioni multilaterali efficaci, inclusive e sostenibili per affrontare i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità e l’inquinamento.

Il particolare erano in discussione 19 risoluzioni e 2 decisioni riguardanti un vasto ventaglio di problemi, tra cui: economia circolare; identificazione di azioni multilaterali efficienti, inclusive e sostenibili per la promozione di giustizia climatica; modifica delle radiazioni solari; gestione intelligente delle sostanze chimiche, dei rifiuti e della plastica; controllo delle tempeste di polvere e sabbia; bando dei combustibili fossili, transizione verso le fonti energetiche rinnovabili e controllo dei minerali che la facilitano.

Per molti dei temi in discussione sono state concordate risoluzioni finali. I risultati dell’assemblea possono essere consultati nel sito ufficiale.

Risposte globali a sfide globali

I capi di stato e di governo si sono detti particolarmente preoccupati per l’impatto sempre più grave degli effetti della crisi climatica sulla popolazione. Hanno riconosciuto la natura globale delle sfide ambientali che necessitano, perciò, di risposte multilaterali convinte.

La necessità di azioni multilaterali per affrontare sfide globali è stata indicata come prioritaria anche dalla direttrice esecutiva dell’UNEP, Inger Andersen, che ha citato come azione multilaterale significativa la risoluzione dell’Assemblea generale dell’ONU che stabilisce in maniera definitiva che tutti gli esseri umani sono portatori del diritto ad un ambiente sicuro e pulito.

La presidente dell’assemblea, Leila Benali, ministra del Marocco per la transizione energetica e lo sviluppo sostenibile, ha sottolineato invece che i provvedimenti in materia di protezione dell’ambiente non possono essere sottoposti a contingenze momentanee, seppur gravi, come le crisi dovute ai conflitti, le elezioni che mettono in stand by le azioni dei governi o eventuali pandemie. Anzi le situazioni di crisi dovrebbero stimolare politiche più ambiziose a protezione del pianeta.

Di grande impatto l’intervento di Grace Catapang, rappresentante dei giovani proveniente dalle Filippine, che ha sollecitato i delegati a pensare all’impatto delle loro decisioni sulla gente. «Non dimentichiamoci che dietro ogni statistica, ogni obiettivo, ogni impegno e ogni azione c’è un essere umano».

Intervenendo online alla sessione conclusiva, Amina Mohammed, kenyana vice del segretario generale dell’ONU, ha richiamato alle responsabilità verso il futuro dell’umanità: «Le decisioni di oggi condizioneranno il nostro futuro. Mentre concludiamo la sesta sessione, dobbiamo essere inflessibili nel riconoscere che dobbiamo andare avanti, accelerare i nostri sforzi e unire i nostri obiettivi».

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