Libia: approvato il 13°emendamento. Si avvicina il voto
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Dopo Tobruk, anche Tripoli approva la modifica che stabilisce i criteri per l’elezione del presidente, del primo ministro e dei membri del parlamento
Libia: approvato il 13° emendamento della Costituzione. Si avvicina il voto
03 Marzo 2023
Articolo di Redazione
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Qualcosa si sta sbloccando in Libia. Almeno per quanto riguarda l’annunciato, ma mai concretizzato, percorso elettorale che dovrebbe portare il paese a quel voto sospeso dal dicembre del 2021.

L’Alto consiglio di stato libico ha approvato il controverso 13° emendamento della Costituzione provvisoria facendo un nuovo passo verso quelle elezioni che dovrebbero svolgersi entro novembre. O così si auspicano in molti.

L’organismo, istituzione con sede nella capitale Tripoli che fa le veci del Senato nel paese nordafricano, ha dato luce verde all’emendamento in una sessione d’emergenza a Tripoli. L’emendamento era stato trasmesso in precedenza dall’organo legislativo che fa da contraltare all’Alto consiglio, la Camera dei rappresentanti con sede nella città orientale di Tobruk, che l’aveva già votato il 7 febbraio scorso. L’emendamento stabilisce i criteri per l’elezione del presidente, del primo ministro e dei membri del parlamento.

Nella stessa seduta l’Alto consiglio di stato ha anche convenuto di avviare la formazione di un comitato per la stesura di bozze delle leggi elettorali da approvare nella prossima sessione.

La proposta di Bathily

Uno sblocco che arriva dopo che la classe politica libica, fortemente divisa, aveva reagito negativamente all’annuncio dell’iniziativa da parte di Abdoulaye Bathily, l’inviato speciale delle Nazioni Unite in Libia che aveva lanciato una nuova proposta per rompere l’impasse libico per organizzare elezioni politiche «inclusive e trasparenti» nel 2023.  

Il 28 febbraio, davanti al Consiglio di sicurezza dell’Onu, l’inviato aveva affermato che le istituzioni libiche, i cui mandati sono scaduti, devono riguadagnare «legittimità». Per questo aveva proposto di istituire un comitato direttivo ad alto livello per stabilire un calendario che preceda le elezioni. 

Molti funzionari libici sono rimasti sorpresi da questa sua iniziativa, alcuni temendo la fine del loro mandato. Uno dei maggiori problemi di cui soffre la Libia è la corruzione di una classe politica che si aggrappa al potere, una realtà che è stata citata in diversi rapporti delle Nazioni Unite.

Khaled el-Mishri, presidente del Consiglio supremo di stato, istituzione con ruolo consultivo, ha giudicato «pericolosa» la proposta di Bathily perché «costituisce un attacco alla sovranità nazionale»

Lunedì scorso, davanti al Consiglio Onu, Abdoulaye Bathily aveva denunciato le divergenze tra le istituzioni libiche, proponendo un nuovo panel che riunisca tutti gli attori libici definiti «rilevanti»: rappresentanti politici, capi tribali, responsabili di organizzazioni della società civile, donne e giovani…

Il ruolo di questo panel di alto livello, secondo Bathily, sarebbe quello di facilitare l’adozione di un quadro giuridico, una tabella di marcia e un calendario per lo svolgimento del voto entro quest’anno.

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