Libia: smantellata una rete di mining di criptovalute - Nigrizia
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Arrestati 50 cinesi tra Zliten e Misurata
Libia: smantellata una rete di mining di criptovalute
23 Giugno 2023
Articolo di Redazione
Tempo di lettura 3 minuti

I bassi costi dell’elettricità in Libia rendono il paese ideale per l’elevato consumo energetico richiesto per mantenere in funzione le miniere di criptovalute, ma la pratica è ancora illegale nel paese.

I pubblici ministeri della città libica di Zliten hanno arrestato 50 cittadini cinesi per aver creato un’operazione illegale di cripto-mining in una fabbrica di ferro in disuso sulla costa occidentale della Libia.

Foto e video pubblicati online dall’ufficio del procuratore generale libico Siddiq Al-Sour mostrano i funzionari mentre smantellano enormi sistemi di lavorazione scoperti a Zliten, a est della provincia di Tripoli.

«Stiamo indagando su due miniere di criptovalute nelle giurisdizioni di Tripoli e Misurata», ha aggiunto l’ufficio del procuratore generale in un post su Facebook.

I dispositivi e le attrezzature rinvenute sono stati sequestrati in attesa di ulteriori indagini e i cittadini cinesi sono stati trattenuti in custodia, secondo la dichiarazione della magistratura libica.

L’estrazione di criptovalute è ufficialmente vietata in Libia, ma la sua popolarità è aumentata nonostante il divieto: secondo uno studio del 2021, la Libia rappresenta circa lo 0,6% di tutti i Bitcoin del mondo, la percentuale più alta di tutta l’Africa.

Che tipo di miniere?

Si chiamano miniere. Ma non sono di rame, né di ferro, né di carbone. Al riparo da sguardi indiscreti, ci sono mega computer che “fabbricano” criptovalute. I bassi costi dell’elettricità in Libia – 0,004 dollari per kilowattora, circa 40 volte meno degli Stati Uniti – rendono il paese ideale, visto l’elevato consumo di energia necessario a mantenere in funzione le miniere di criptovalute. L’estrazione di Bitcoin richiede enormi quantità di potenza di calcolo, che a sua volta richiede grandi quantità di elettricità. Secondo l’osservatorio tecnologico Digiconomist, il mining di Bitcoin – la criptovaluta più popolare al mondo – necessita di circa 1.150 kWh di elettricità.

Ma poiché la Libia ha continuato a lottare contro i blackout di corrente, che durano fino a 18 ore al giorno durante l’estate, le autorità stanno cercando di limitare il fenomeno. Black out elettrici frequenti.

Frequenti black out

Il primo ministro libico di Tripoli, Abdulhamid Dbeibah, è arrivato perfino ad attribuire la colpa dei blackout elettrici al massiccio utilizzo di energia da parte delle fattorie di Bitcoin in tutto il paese. «La Libia è un hotspot globale chiave per le fabbriche di valuta digitale», ha dichiarato Dbeibah nel luglio dello scorso anno, promettendo di ridurre il loro utilizzo di energia.

Tuttavia, dato che negli ultimi anni la capacità elettrica libica ha soddisfatto solo i due terzi del picco di domanda estiva, la repressione delle imprese di estrazione di criptovalute risolverà solo in parte il problema del cronico sottoinvestimento nella rete elettrica libica.

Le criptovalute sono aumentate di popolarità negli ultimi anni, ma rimangono strettamente associate a transazioni illegali, come droga, armi, documenti falsi e persino pornografia illegale. Tuttavia, le organizzazioni finanziarie legittime stanno prestando maggiore attenzione alla moneta virtuale e alcune banche centrali stanno iniziando a valutare come trarre profitto dalla crescente popolarità del Bitcoin.

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