Migranti: un accordo che fa acqua - Nigrizia
Migrazioni Tunisia Unione Europea
Il Memorandum con la Tunisia fa aumentare gli sbarchi, e l’Ue tace
Migranti: un accordo che fa acqua
14 Settembre 2023
Articolo di Jessica Cugini
Tempo di lettura 3 minuti
Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen

Quasi 7mila sbarchi in poco più di ventiquattr’ore a Lampedusa, hotspot in stato di emergenza umanitaria; più viaggi del governo in Tunisia tanto da appuntarsi il merito del Memorandum siglato con il paese africano e neanche un cenno da parte della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, nell’ultimo discorso sullo stato dell’Unione. L’Italia, paese d’arrivo e partner d’accordi, scompare dal radar europeo.

Ieri, von der Leyen rivendicando come successo e modello esportabile il Memorandum Ue-Tunisia e dando per oramai certo il Patto europeo sui migranti, parlando di migranti non ha mai citato il nostro paese. Nonostante la situazione che in questi giorni campeggia su tutti i media, in apertura.

Nonostante l’alta tensione che, proprio nelle ore del suo discorso, si viveva nell’isola sicula, dove più volte le migliaia di persone ammassate dopo essere arrivate, per lo più autonomamente, via mare, hanno tentato di sfondare il cordone delle forze dell’ordine che portava solo alcuni all’imbarco per altre mete, lasciando sulla terraferma chi non voleva più rimanere, privo di tutto, sotto il sole.

Le immagini restituiscono varie “cariche di alleggerimento” sulle persone migranti che aspettavano e aspettano di essere trasferite. Tanto da far decretare uno stato di emergenza da parte del Consiglio comunale lampedusano, insieme a una giornata di lutto, per la morte, avvenuta ieri, di una neonata di cinque mesi, caduta in mare durante le concitate operazioni di approdo.

Sicurezza…

Un successo l’accordo con la Tunisia, a dimostrarlo lo sciame di barche partite tra martedì e mercoledì proprio da quelle coste; i 130 sbarchi avvenuti sull’isola, per un totale di 6.743 persone su una terraferma in cui il numero di abitanti ammonta a 6.300 unità.

Un Piano, questo siglato tra Unione europea e Tunisia, che il ministro degli esteri Tajani, proporrà a New York lunedì prossimo. Perché, sostiene, non basta l’Europa, occorre coinvolgere le Nazioni Unite. Chissà se mostrerà i numeri veri, quelli che raccontano come, nelle otto settimane precedenti all’accordo gli sbarchi dalla Tunisia erano stati 19mila, nelle otto settimane successive quasi 30mila. Un dato a corollario del successo.

Intanto, oltre all’oramai noto Piano Mattei, il governo in affanno torna a parlare del pacchetto sicurezza, da presentare al Consiglio dei ministri entro fine mese, per velocizzare quei rimpatri che si sa che non avvengono, semplificare le procedure per le espulsioni, che vanno a braccetto con il fallimento dei rimpatri, aumentare il numero dei Cpr, quei centri per il rimpatrio da cui oltre la metà di coloro che vengono detenuti e privati dei diritti esce senza che nulla avvenga.

Perché, nonostante i fondi per i rimpatri continuino a crescere, mancano gli accordi con i paesi terzi perché questi possano avvenire, tanto da doversene inventare altri.

Tutto questo mentre si disegna una situazione imbuto: la Francia decide di blindare la frontiera con l’Italia e la Germania di sospendere le ammissioni volontarie delle persone richiedenti asilo che provengono dal nostro paese. Ma il Patto sulle migrazioni, a sentire la von der Leyen è oramai alle porte. Per questo non può che concludere il suo ultimo discorso esclamando W l’Europa. Viene solo da chiedersi quale.

Copyright © Nigrizia - Per la riproduzione integrale o parziale di questo articolo contattare previamente la redazione: redazione@nigrizia.it