Namibia: ambientalisti e comunità locali contro ReconAfrica
Ambiente Namibia
La società petrolifera canadese accusata di prospezioni fuorilegge nel bacino dell’Okavango
Namibia: ambientalisti e comunità locali contro ReconAfrica
12 Luglio 2022
Articolo di Redazione
Tempo di lettura 2 minuti
(Credit: Pixabay / Anita Starzycka)

Associazioni ambientaliste e comunitarie nella regione del Kavango, nel nord-est della Namibia, hanno fatto ricorso alle autorità giudiziarie per bloccare le nuove attività di ricerca di gas e petrolio della compagnia canadese ReconAfrica.

Quest’ultima è criticata per aver operato sul territorio senza consultare le parti locali, colpite dall’impatto ambientale dell’esplorazione.

I promotori dell’ingiunzione si spingono anche più lontano, e chiedono la revoca della licenza concessa dal ministero dell’ambiente alla compagnia canadese, valida fino al 2023.

Lo studio sull’impatto ambientale condotto per arrivare ai permessi, infatti, non avrebbe rispettato le norme previste dalla legge sulla gestione dell’ambiente in Namibia.

ReconAfrica ha dichiarato di dare la massima attenzione allo svolgimento corretto del suo operato, ma non ha rilasciato commenti più specifici.

Dal punto di vista legale, la compagnia sembra non avere niente da rimproverarsi. Tuttavia, un’inchiesta parlamentare namibiana sulle sue attività, pubblicata l’anno scorso, riportava la stessa mancanza di consultazioni con le comunità denunciata dai gruppi ambientalisti. E segnalava anche come avesse cominciato a condurre operazioni di trivellamento del sottosuolo, prima ancora di aver fatto domanda per i permessi relativi.

ReconAfrica è presente sul territorio della Namibia da circa 11 anni e valuta che il bacino del fiume Okavango possa contenere intorno ai 1,4 miliardi di metri cubici di gas e 1 miliardo di barili di petrolio.

Cifre importanti, che potrebbero incidere significativamente sull’economia del paese. A scapito però dell’ambiente e delle comunità indigene che vedono distrutti i tradizionali mezzi di sussistenza con il rischio concreto di sfollamento dalle proprie terre.

La grande estrazione di petrolio minaccia inoltre le già scarse riserve d’acqua e probabilmente causerà una diffusa devastazione ambientale al Delta dell’Okavango, un sito patrimonio mondiale dell’Unesco.

La Kavango Zambezi Transfrontier Conservation Area (Kaza) è la più grande area di conservazione transfrontaliera del mondo, che si estende per oltre 520mila km quadrati – le dimensioni di Francia e Regno Unito insieme – e copre cinque paesi: Angola, Botswana, Namibia, Zambia e Zimbabwe.

ReconAfrica ha ottenuto licenze dai governi della Namibia e del Botswana, che le hanno concesso circa 35mila km² per esplorare petrolio e gas nel Bacino del Kavango.

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