Niger: colpo di mano della guardia presidenziale - Nigrizia
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Il presidente Mohamed Bazoum «trattenuto»
Niger: colpo di mano della guardia presidenziale
27 Luglio 2023
Articolo di Redazione
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Mohamed Bazoum (Credit: Présidence de la République du Niger)

I contorni non sono ancora ben definiti, ma quello che è iniziato nella tarda mattinata del 26 luglio a Niamey, capitale del Niger, ha i caratteri del colpo di stato.

A metterlo a segno è stata la guardia presidenziale che al momento «trattiene» il presidente Mohamed Bazoum, eletto nel 2021.

Si tratta ora di vedere quanta parte degli altri gradi dell’esercito si schiererà con la guardia presidenziale.

I golpisti si sono dati un nome – Consiglio nazionale per la salvaguardia della patria (Cnsp) – e in un messaggio alla televisione nazionale hanno dato una spiegazione telegrafica delle ragioni della loro azione.

Il colonnello Amadou Abdramane ha chiamato in causa «il continuo degrado della situazione securitaria e la cattiva gestione economica e sociale».

E ha sottolineato che il Cnsp è intenzionato a rispettare tutti gli impegni sottoscritti dal Niger e ha rassicurato la comunità internazionale che sarà rispettata l’integrità fisica e morale delle autorità destituite «conformemente ai principi dei diritti umani».

Nel frattempo «tutte le istituzioni della 7ª repubblica sono sospese, gli affari correnti saranno gestiti dai segretari generali dei ministeri e le forze di difesa e sicurezza gestiscono la situazione».

Il Cnsp ha anche chiesto a tutti partner esterni di «non interferire» e ha annunciato la chiusura delle frontiere terresti ed aeree, e instaurato un coprifuoco dalle 22 alle 5 di mattina.

Immediata la reazione dell’Unione africana e della Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (Cedeao/Ecowas) che hanno chiesto sia ristabilita l’integrità delle istituzioni democratiche nigerine.

È arrivata anche la condanna del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres e quella il segretario di stato americano Antony Blinken che ha chiesto la «liberazione immediata» del presidente Bazoum.

Preoccupazione è stata espressa da Parigi che vede vacillare il principale partner strategico e militare nel Sahel.

La Francia, dopo la rottura dei rapporti con il Mali, ha trasferito in Niger una parte dell’operazione Barkhane e schiera sul territorio nigerino forza di 1.500 uomini in funzione anti-jihadista.

E certamente qualche soprassalto c’è stato anche a Bruxelles che nel paese saheliano ha basi militari (una anche italiana) a difesa delle “frontiere esterne” europee.

Infatti Niamey in questi anni è stata sponsorizzata dall’Unione europea perché svolgesse il compito di gendarme delle migrazioni.

320 milioni di euro gli ultimi finanziamenti europei all’esercito, annunciati solo poche settimane fa in seguito a una visita di Joseph Borrel che nell’occasione aveva definito il Niger «un’ancora di stabilità».

 

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