Elezioni in Nigeria: contestazioni dalla società civile
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Ancora polemiche dopo il voto per le presidenziali
Elezioni in Nigeria: le contestazioni della società civile
Non solo i candidati sconfitti, ma anche la coalizione di gruppi della società civile nigeriana e la Missione congiunta di osservazione elettorale (Jeom) hanno sollevato preoccupazioni sullo scrutinio. Dubbi anche da Ue e Usa
03 Marzo 2023
Articolo di Ibanga Isine
Tempo di lettura 5 minuti

In un’elezione altamente controversa, la Commissione elettorale nazionale indipendente (Inec), mercoledì scorso ha dichiarato il candidato del Congresso di tutti i progressisti (Apc), Bola Tinubu, come presidente eletto della Nigeria. 

Il presidente dell’Inec, Mahmood Yakubu, ha fatto l’annuncio ad Abuja, dopo lo spoglio dei risultati dei 36 stati e del Territorio federale della capitale (Fct). 

Tinubu ha sconfitto altri candidati, tra cui Atiku Abubakar del Partito democratico popolare, Peter Obi del Partito laburista e Rabiu Kwankwaso, leader del Nuovo partito popolare della Nigeria (Nppn). 

L’affluenza alle urne, pari al 27,05%, è stata la più bassa mai registrata, con appena 25,2 milioni di persone sui 93,4 milioni di elettori registrati. Voto che si è espresso in alcuni casi tra intimidazioni e schede scomparse e violenze fisiche.

Secondo Yakubu, il candidato Apc ha ottenuto un totale di 8.794.726 voti e oltre il 25% dei voti espressi in 30 stati, quindi più dei 24 stati costituzionalmente richiesti per l’elezione del presidente. Abubakar è arrivato secondo con un totale di 6.984.520 voti, mentre Obi, del Partito del lavoro (Lp), è arrivato terzo con un totale di 6.101.533. Obi aveva lasciato 9 mesi prima delle elezioni il Pdp creando il suo nuovo partito e raccogliendo le simpatie di milioni di giovani incitandoli a riprendersi il loro paese. 

Il presidente dell’Inec ha affermato che Tinubu ha soddisfatto le disposizioni della legge elettorale del 2022, avendo vinto non solo in 12 stati della federazione ma avendo raccolto anche il maggior numero di preferenze in tutto il paese. «Tinubu Ahmed Bola dell’Apc, avendo soddisfatto i requisiti di legge è dichiarato vincitore e dunque nuovo presidente eletto», ha dichiarato Yakubu. 

Denunce di non conformità alla legge elettorale

Mesi prima delle elezioni, il presidente dell’Inec aveva costantemente assicurato ai nigeriani che la Commissione avrebbe trasmesso i risultati direttamente dalle unità elettorali in tempo reale usando il sistema di accreditamento di voto bimodale (Bvas) e i risultati elettorali di visualizzazione del portale altrimenti chiamato Irev.

Tuttavia, molti attori politici, gruppi della società civile e osservatori locali e internazionali hanno accusato l’Inec di non aver rispettato le disposizioni di legge durante lo svolgimento delle elezioni presidenziali e dell’assemblea nazionale.

Hanno anche insistito sul fatto che la Commissione abbia minato l’integrità delle elezioni non riuscendo a caricare i risultati sul portale di visualizzazione dei risultati, come previsto dalle sue linee guida. Sebbene l’Inec sostenga che ciò sia stato causato da un errore del sistema, i candidati hanno respinto questa scusa, insistendo sul fatto che si tratta di una mossa deliberata per manipolare i risultati.

Tra coloro che hanno contestato il risultato delle elezioni ci sono anche Abubakar e Obi che hanno criticato la condotta dell’Inec, rivendicando, ciascuno di loro, la vittoria. Il loro impegno è di presentare ricorso in Tribunale. Abubakar si è persino spinto oltre affermando retoricamente che se non dovesse ottenere giustizia dalla Corte suprema del paese, farà appello a Dio. Obi, più sobriamente, ha affermato di aver vinto le elezioni, consigliando i suoi sostenitori di rimanere calmi, promettendo anche che «utilizzerà ogni mezzo legittimo previsto dalla legge» per recuperare il suo mandato legittimo.

I dubbi della società civile

Anche la coalizione di gruppi della società civile nigeriana e la Missione congiunta di osservazione elettorale (Jeom) – composta dall’Istituto repubblicano internazionale (Iri) e dall’Istituto nazionale democratico (Ndi) – in dichiarazioni separate, hanno sollevato preoccupazioni sullo scrutinio.

Una coalizione di organizzazioni della società civile, da parte sua, ha chiesto un’indagine approfondita sulle infrazioni nello svolgimento delle elezioni che, a suo dire, sono state funestate da violenze e attacchi in alcuni stati del paese.

In una dichiarazione rilasciata martedì, la coalizione ha sostenuto di essere preoccupata per le notizie di irregolarità e violenza durante il voto avvenute in diversi stati e ha invitato le autorità preposte all’applicazione della legge di «fare tutto il possibile, nel rispetto della legge, per correggere in modo trasparente queste situazioni».

I leader della coalizione sono: Abiola Akiode-Afolabi del Women Advocates Research and Documentation Centre; Sulaimon Arigbabu dell’ HEDA Resource Centre; Zikrillahi Ibrahim del Resource Centre for Human Rights & Civic Education; Hazmat Lawal del Connected Development; Debo Adeniran del Centre for Anti-corruption and Open Leadership; Adeola Soetan del Citizenship Civic Awareness Centre; Olanrewaju Suraju del Civil Society Network Against Corruption e Popoola Ajayi del Value and Integrity Group.

In un comunicato ufficiale diramato lunedì a nome del Jeom, l’ex presidente del Malawi, Joyce Banda, ha dichiarato: «Ci congratuliamo con il popolo nigeriano per la sua resistenza e il suo entusiasmo nel partecipare al processo elettorale. Nonostante la grande folla in alcuni seggi elettorali e le lunghe attese, gli elettori nigeriani hanno dimostrato impegno nel partecipare al processo e un forte desiderio di far sentire la propria voce».

Gli osservatori della Cedeao e del Commonwealth hanno affermato che le elezioni sono state per lo più pacifiche.

Mentre gli osservatori dell’Unione europea e degli Stati Uniti hanno messo in dubbio la mancanza di trasparenza del voto.

Con un’iniziativa senza precedenti, anche sei stati governati dal principale partito di opposizione, il Pdp, hanno trascinato il Governo federale davanti alla Corte Suprema, chiedendo di dichiarare nullo il risultato dell’Inec e che l’elezione di Tinubu come presidente è priva di legittimità.

 

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