Nigeria: la Shell pagherà 15 milioni di euro di risarcimento - Nigrizia
Ambiente Nigeria
È la prima volta che una multinazionale del petrolio paga un risarcimento per danni ambientali in un contesto del genere
Nigeria: la Shell pagherà 15 milioni di euro di risarcimento
27 Dicembre 2022
Articolo di Redazione
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La filiale nigeriana della Shell verserà 15 milioni di euro come risarcimento per i danni ambientali causati da perdite di petrolio nel Delta del Niger.

È l’ultimo capitolo di una battaglia giudiziaria iniziata 14 anni fa, nel 2008. Allora, quattro contadini e pescatori dei villaggi di Goi e Oruma, nel Delta, denunciarono la Shell con il supporto dell’ong olandese Amici della Terra (Friends of the Earth). Al centro della contesa: la distruzione della zona di sussistenza di intere comunità, causata dalla fuoriuscita di greggio dagli oleodotti in aree di pesca e coltivazione, nel periodo tra il 2004 e il 2007.

La Shell ha sempre negato ogni responsabilità per i danni. Anche oggi, li attribuiscono ad atti di sabotaggio e furto dai suoi oleodotti. 

Ma nel gennaio 2021, la Corte d’Appello dell’Aja l’ha ritenuta in ogni caso responsabile per le conseguenze subite dalle comunità agricole, facendo scattare la condanna al risarcimento. 

La sentenza ha anche obbligato la Shell a mettere in piedi un sistema di sorveglianza dei suoi oleodotti per evitare il ripetersi dello stesso problema. 

Quanto rimaneva da definire era la somma del risarcimento, che è stata decisa tramite negoziazione tra Amici della Terra e la Shell. 

Al di là dell’entità economica pattuita, è importante sottolineare come si tratti della prima volta in cui un gruppo di individui e la loro comunità agricola locale ottengono un risarcimento da una multinazionale del petrolio per una richiesta di compensazione da danni ambientali. 

Il Delta del Niger – situato nel sud-est della paese – è la principale zona petrolifera della Nigeria. 

Il furto di greggio dagli oleodotti nel Delta è divenuto un fenomeno comune e strutturato da almeno vent’anni. Ha preso delle dimensioni tale da divenire uno dei fattori principali del crollo della produzione petrolifera (-37% solo negli ultimi tre anni) che sta mettendo in grave crisi economica il gigante dell’Africa occidentale. Nel 2022, la Nigeria ha perso il suo primato di primo produttore continentale a favore dell’Angola. 

Per dare un’idea della ramificazione della questione dei furti, basti pensare che lo scorso ottobre, le forze dell’ordine locali hanno confiscato un oleodotto clandestino di 6 km, capace di dirottare ingenti quantità di greggio verso raffinerie informali. Da lì, la benzina e gli altri prodotti derivati approdano al mercato nero.

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