Sahara Occidentale: l'Italia intervenga - Nigrizia
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Ferma da un anno alla Camera una mozione che chiede al parlamento una presa di posizione sul conflitto Polisario-Marocco
Sahara Occidentale: l’Italia intervenga
Rompere l’assordante silenzio che circonda la questione sahrawi. Ѐ l’iniziativa di un gruppo di parlamentari che chiedono al governo impegni concreti a sostegno dell’autodeterminazione del Sahara Occidentale
26 Gennaio 2024
Articolo di Luciano Ardesi
Tempo di lettura 5 minuti

Quasi un anno fa, il 23 febbraio 2023, un gruppo di deputati dell’opposizione, primo firmatario l’on. Vaccari (PD), presentarono alla Camera una mozione per impegnare il governo italiano in una serie di iniziative a livello internazionale volte a risolvere la questione dell’autodeterminazione del Sahara Occidentale che si trascina da cinquant’anni.

In particolare si chiedeva l’appoggio a negoziati diretti, sotto l’egida delle Nazioni Unite, tra Marocco e Fronte Polisario, incoraggiando l’inviato speciale dell’ONU Staffan de Mistura ad avviare negoziati tra le parti e a estendere il mandato dei caschi blu della Missione ONU (MINURSO) al monitoraggio dei diritti umani.

All’inviato speciale si chiedeva anche una pressione sul Marocco affinché liberi i prigionieri politici, il rispetto delle sentenze della Corte di giustizia dell’UE che attestano la non applicabilità di qualsiasi accordo tra UE e Marocco al territorio del Sahara Occidentale in quanto distinto e separato dal Marocco stesso, lo stanziamento dei fondi necessari per gli aiuti umanitari ai rifugiati sahrawi e il riconoscimento dello status diplomatico alla rappresentanza del Fronte Polisario in Italia, concesso in passato a rappresentanti di movimenti di liberazione riconosciuti dall’ONU, come è il caso proprio del Polisario.

A questa mozione né il parlamento né il governo hanno finora dato seguito. Un’inazione che fotografa lo stallo della nostra politica.

Per questo il 25 gennaio alla Camera dei deputati l’intergruppo parlamentare di amicizia con il popolo sahrawi ha tenuto una conferenza stampa per rilanciare quella mozione e quelle richieste, chiedendo alla Camera di fissare la data della discussione alla Commissione esteri, per giungere a una mozione condivisa che impegni il governo nelle diverse iniziative diplomatiche presso le Nazioni Unite e l’Unione Europea.

Nel frattempo, in questi ultimi 12 mesi, la situazione internazionale ha dato segnali contradditori. I negoziati diretti tra Marocco e Polisario non sono ripresi, Staffan de Mistura ha potuto effettuare finalmente, nel settembre scorso, la sua prima visita nel Sahara Occidentale occupato dal Marocco, che fino ad allora si era opposto.

Il diplomatico italo-svedese non ha però ottenuto ancora apprezzabili risultati. Alla fine di ottobre il Consiglio di sicurezza ha deciso di prorogare per l’ennesima volta di un altro anno – fino al prossimo 31 ottobre – il mandato della MINURSO, senza includervi il monitoraggio dei diritti umani, unica missione di pace dell’ONU ad esserne priva per la ferma opposizione della Francia, che ha sempre minacciato il veto in seno al Consiglio di sicurezza.

Diritti umani violati

Da parte sua, il Marocco continua instancabilmente a tenere in prigione i militanti che nell’ottobre-novembre del 2010, a Gdeim Izik, lanciarono il primo movimento per la dignità nel Maghreb e nel mondo arabo, che porterà poi alla caduta dei regimi in Tunisia ed Egitto.

Intanto nei territori occupati dal Marocco, continuano arresti, maltrattamenti e torture contro gli attivisti e le attiviste sahrawi che esprimono il proprio dissenso all’occupazione. Per colmo dell’ironia, il 10 gennaio, proprio il Marocco ha ottenuto la presidenza del Consiglio dei diritti umani per il 2024, mentre le denunce della violazione dei diritti vengono non solo dai sahrawi ma anche dalle associazioni marocchine e internazionali per la difesa dei diritti umani. 

L’accanimento del regime di Rabat si abbatte sia contro gli attivisti che i giornalisti. Intanto lo sfruttamento delle risorse naturali nei territori occupati prosegue con la complicità della comunità internazionale.

Politica e stampa indifferenti

Aprendo la conferenza stampa l’on Vaccari ha spiegato che parlare di Sahara Occidentale mentre stiamo vedendo quello che accade in Ucraìna o in Medio Oriente può sembrare voler trattare di cose di poco conto, mentre l’intergruppo parlamentare, formato da parlamentari di tutti gli schieramenti, ritiene che sia giunto il momento che il parlamento si occupi di questa vicenda che da troppo tempo aspetta una presa di posizione.

È stato ricordato che alcune forze politiche di maggioranza, in particolare Lega e FdI avevano in passato espresso posizioni a favore del popolo sahrawi. La stessa premier Meloni era stata, quando era vicepresidente della Camera, co-presidente dell’intergruppo parlamentare di amicizia con il popolo sahrawi.

A margine della conferenza stampa la rappresentante del Fronte Polisario in Italia, Fatima Mahfud, ci ha rilasciato alcune dichiarazioni, sulla invisibilità della causa sahrawi anche nei media.

«L’invisibilità è dovuta – secondo Fatima Mahfud – alla natura del conflitto e alle priorità che alcuni media danno ai fatti di sangue, alla violenza, alle guerra e questo malgrado che nel nostro conflitto non manchi crudeltà. Questa crudeltà ci ha condannati due volte perché i sahrawi dicono che sono amanti della pace e cercano la soluzione attraverso mezzi pacifici, e proprio per questo siamo stati condannati a non avere spazi sui media».

Quanto alle proposte di pace fatte dal Polisario, Fatima Mahfud osserva che «non solo le nostre proposte ma neppure quelle del Marocco non vedono l’attenzione del primo responsabile che è il Consiglio di sicurezza che deve trovare una soluzione al conflitto nel Sahara Occidentale, e questo per mancanza di volontà politica. Se ne parla ma non succede nulla».

«La mozione alla Camera – aggiunge – è un fatto positivo perché ci fa sperare che non si debba aspettare ancora».

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