Somalia: Mogadiscio e al-Shabaab uniti contro Etiopia e Somaliland
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Governo e terroristi condividono la condanna nei confronti di Addis Abeba ed Hargeisa e il sostegno ad Hamas in Palestina
Somalia: Mogadiscio e al-Shabaab uniti contro Etiopia e Somaliland
04 Gennaio 2024
Articolo di Redazione
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Nella sua battaglia per la sovranità e l’unità nazionale contro il memorandum d’intesa firmato il 1 gennaio tra l’Etiopia e la regione semi-indipendente del Somaliland per la concessione ad Addis Abeba di uno sbocco al mare, la Somalia ha trovato un inatteso alleato nel gruppo terroristico al-Shabaab.

Con un appello al jihad contro Addis Abeba, Ali Mohamud Rage (alias Ali Dheere), portavoce del gruppo del clan Hawiye, ha di fatto espresso il suo sostegno all’amministrazione del presidente Hassan Mohamud contro l’iniziativa del Somaliland, regione della Somalia settentrionale che ha dichiarato la propria indipendenza nel 1991, non riconosciuta a livello internazionale.

Un riconoscimento che potrebbe però arrivare ora dall’Etiopia.

«Invito i fratelli dell’Africa orientale, e in particolare della nazione islamica della Somalia, a prendere le armi e combattere», ha dichiarato Ali Dheere.

Un proclama cavalcato ieri dal sindaco di Mogadiscio, Yusuf Jimale Madale, noto membro del movimento dei Fratelli Musulmani, che ha organizzato una protesta nella capitale caratterizzata da toni minacciosi nei confronti del primo ministro etiopico Abiy Ahmed e del presidente del Somaliland Muse Bihi Abdi, definito dai partecipanti “un traditore”.

Alla manifestazione, riferisce il quotidiano somalo Horn Observer, hanno preso parte migliaia di persone, tra cui membri del governo e del parlamento, e gruppi estremisti armati filo-jihadisti che recitavano versetti del Corano e invocando “morte e distruzione”.

Ma il sentimento anti-etiope non è l’unico punto in comune tra l’amministrazione di Hassan Mohamud e al-Shabaab, recentemente uniti anche nella condanna contro Israele e nel sostegno ad Hamas, descritti dal primo ministro Hamza Abdi Barre – anch’egli legato ai Fratelli Musulmani – rispettivamente come «figli di maiali e cani» e come «un movimento di liberazione». Posizioni, queste, appoggiate ufficialmente dal suo governo.

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