Usa-Africa: pochi paesi subsahariani beneficiano dell'Agoa
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Il 2 novembre a Johannesburg il 20° Forum sull'African Growth and Opportunity Act
Usa-Africa: pochi paesi subsahariani beneficiano dell’Agoa
Il presidente Biden chiede la revisione del regime delle preferenze commerciali che consente di esportare prodotti negli Stati Uniti senza pagare dazi doganali. Nel periodo 2014-2021, il 75% delle esportazioni non petrolifere esenti da dazi proveniva solo da Sudafrica, Kenya, Lesotho, Madagascar ed Etiopia. Quest'anno si sono aggiunti altri 4 paesi tra quelli esclusi dal programma: l'Uganda, il Centrafrica, il Niger e il Gabon
30 Ottobre 2023
Articolo di Redazione
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Dal 2 al 4 novembre si apre a Johannesburg  il 20° Forum sull’African Growth and Opportunity Act (Agoa), il piano voluto dagli Stati Uniti di collaborazione e assistenza economica e commerciale nei confronti dei paesi dell’Africa subsahariana. Le delegazioni chiave di tutti i paesi membri, le realtà economiche regionali e i rappresentanti dei settori pubblico e privato si incontreranno per rafforzare i legami commerciali ed economici con Washington.

Un incontro caratterizzato da una polemica innescata dal responsabile per gli affari africani del governo Biden, Constance Hamilton, il quale ritiene che il programma Agoa abbia finora portato benefici solo ad una manciata di paesi della regione.  A suo avviso Washington dovrebbe apportare modiche a questo strumento economico per migliorarne l’impatto.

Lanciato nel maggio 2000, il programma Agoa consente ai paesi dell’Africa subsahariana, che ne hanno accesso, di esportare più di 1.700 prodotti negli Stati Uniti senza pagare dazi doganali.

Elenco aggiornato

Ogni anno Washington aggiorna l’elenco dei paesi ammissibili basandosi soprattutto sul loro attaccamento all’economia di mercato, sul rispetto dello stato di diritto e sulle politiche di lotta alla povertà. Il sistema prende in considerazione anche i progressi democratici o il rallentamento dei paesi interessati.

Quest’anno ad esempio sono stati esclusi altri 4 paesi: Uganda,Centrafrica, Niger e Gabon. Colpisce in particolare l’esclusione di Kampala. Gli Stati Uniti gli hanno revocato lo status commerciale preferenziale in seguito all’adozione di leggi draconiane anti-LGBTQ.  Il governo del presidente ugandese Yoweri Museveni è stato criticato per la legge firmata a maggio che prevede la pena di morte per la cosiddetta “omosessualità aggravata”.

Un rapporto pubblicato ad aprile dalla Commissione per il commercio internazionale degli Stati Uniti (Usitc), tuttavia, ha evidenziato che il programma ha avuto impatti positivi solo su una manciata di paesi e su un numero molto limitato di settori di attività economica nella regione. Questo rapporto ha in particolare rivelato che oltre il 75% delle esportazioni non petrolifere esenti da dazi verso gli Stati Uniti per il periodo 2014-2021 proveniva da solo cinque paesi: Sudafrica, Kenya, Lesotho, Madagascar ed Etiopia.

«Dobbiamo fare meglio. Alcuni paesi hanno tratto grandi benefici dall’Agoa, ma la maggior parte no», ha detto Hamilton in una conferenza stampa programmata prima del vertice di Johannesburg.

«L’Ufficio del Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti spera che il congresso prenda in considerazione misure per rendere il programma più efficace. Non cercare di cambiare il programma e migliorarlo è un’occasione sprecata», ha aggiunto.

La scadenza del programma è prevista per il 2025. Diversi paesi africani stanno spingendo per una proroga di 10 anni senza modifiche per rassicurare imprese e nuovi investitori. Il rinnovo del regime commerciali è sostenuto anche da alcuni membri del Congresso americano, che temono che la revisione del programma ritarderà o farà fallire il suo rinnovo.

Alla fine dello scorso settembre, il senatore americano John Neely Kennedy aveva presentato alla Camera alta del congresso un disegno di legge per estendere l’Agoa fino al 2045, stimando che il programma «aiuterà notevolmente gli americani a contrastare la crescente influenza della Cina nell’Africa subsahariana».

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